Petronii Cena Trimalchionis, con studii illustrativi e note di Paolo ...
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<strong>di</strong>ce che essi videro quello che non è lecito vedere %n<br />
sacello Friapi, e che questo è situato in una regione<br />
dove facilius possis deum quam hominem invenire. La<br />
grotta dunque <strong>con</strong> l'annesso sacellum Friapi era in un<br />
luogo remoto e solitario quale si <strong>con</strong>veniva al <strong>di</strong>o dei<br />
campi, e fuori della città. Simili sono le <strong>con</strong><strong>di</strong>zioni topografiche<br />
della nostra cosi detta Grotta <strong>di</strong> Pozzuoli,<br />
dove si sa che era un santuario <strong>di</strong> Priapo. Infatti alla<br />
parola cryptam del cap. 16° il Glossarium <strong>Petronii</strong> annota<br />
: « crypta, so. neapoiitana, ubi sacellum Friapi et<br />
sacra ab<strong>di</strong>ta ». Inoltre il Daniele cita dal glossario <strong>di</strong><br />
S. Dionigi queste parole <strong>di</strong> Petronio : « satis <strong>con</strong>starci<br />
eos nisi inclinatos non solere transire cryptam Neapolitanam<br />
». Né c'è ragione sufficiente per ritenere col<br />
Mommsen che nei due passi si tratti <strong>di</strong>/due grotte <strong>di</strong>verse.<br />
Nei capp. 81° e 83° si narra che Encolpio, per la<br />
sventura amoi'osa, si ritrae in un luogo secretum et<br />
proximum litori, e si lamenta <strong>di</strong> trovarsi abbandonato<br />
nella solitu<strong>di</strong>ne : e colà, errando in preda al suo<br />
dolore, capita in una pinacoteca. Ivi attirato, pur nel<br />
suo dolore , dai capolavori dei gran<strong>di</strong> artisti, paragona<br />
davanti ad essi i suoi casi <strong>con</strong> quelli che vede<br />
<strong>di</strong>pinti, e si lamenta a voce alta, tamquam in solitu<strong>di</strong>ne,<br />
cioè credendo che nessuno lo oda in quel luogo.<br />
Poi <strong>con</strong>tinuando a narrare, aggiunge : dum cum ventis<br />
litigo etc. Questi tratti ci presentano una pinacoteca in<br />
un luogo remoto, sulla riva del mare. Ora il retore<br />
greco Flavio Filostrato, dei tempi <strong>di</strong> Settimio Severo,<br />
nelle sue ehàve^, Aescrhe i <strong>di</strong>pinti d'un portico <strong>di</strong><br />
Napoli posto fuori delle mura, nel suburbio che guarda<br />
verso il mar Tirreno.—E' <strong>note</strong>volissima la somiglianza<br />
topografica <strong>di</strong> questa pinacoteca <strong>con</strong> quella del Satiri<strong>con</strong>.<br />
E forse, osserva il Cocchia, non è casuale il ris<strong>con</strong>tro<br />
che ha la posizione del portico verso i zefiri, rilevata