Petronii Cena Trimalchionis, con studii illustrativi e note di Paolo ...
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<strong>di</strong>ne Veneto de Vitali, uscita a Venezia nel 1499. Nel<br />
1520 fu fatta la prima e<strong>di</strong>zione parigina da Eeginaldo<br />
Schalder. Essa fu accuratamente emendata e ampliata<br />
<strong>con</strong> molte aggiunte dal Sambuco, che si avvalse dei co<strong>di</strong>ci<br />
<strong>di</strong> cui abbiamo parlato, e così rinnovata uscì <strong>con</strong><br />
i tipi del Plantin a Parigi, nel 1565. Questa che è la<br />
prima e<strong>di</strong>zione fondamentale, comprendeva tutti gli<br />
estratti che sono in 0. Dieci anni dopo, nel 1575, a<br />
Lione, venne a luce l'e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Giovanni Tornaes,<br />
che comprendeva anche gli altri frammenti <strong>con</strong>servati<br />
dal Leidense dello Scaligero (L.). Essa fu riprodotta<br />
nello stesso anno a Parigi da Pietro Pithoeus. Ancora<br />
<strong>di</strong>eci anni dopo, nel 1585, abbiamo una nuova e<strong>di</strong>zione<br />
a Leida (Paets) elaborata da Giovanni <strong>di</strong> Doez, signore<br />
<strong>di</strong> Nordwick, noto col nome <strong>di</strong> Giano Douza: essa fu<br />
molto apprezzata specialmente per gli stu<strong>di</strong> petroniani<br />
dai quali era stata preceduta, e che l'autore intitolò<br />
Fraecidanea. Ma più importante ancora per la costituzione<br />
del testo fu quella venuta a luce a Parigi nel<br />
1587 pei tipi del Patisson, e curata anche da Pietro<br />
Pithoeus, della quale si è parlato: essa porta <strong>note</strong> del<br />
Pithoeus stesso e <strong>di</strong> Eiccardo <strong>di</strong> Bourges. La Patissoniana,<br />
in cui si ebbe un Petronio abbastanza emendato,<br />
fu <strong>di</strong> base alle altre e<strong>di</strong>zioni venute dopo, fino<br />
alla scoperta del co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Tran. Infatti su <strong>di</strong> essa<br />
ne furono <strong>con</strong>dotte tre che ebbero voga ai loro tempi:<br />
quella <strong>di</strong> Melchior Heiminsfeld Goldast, che prendeva<br />
lo pseudonimo <strong>di</strong> Giorgio Erhard (Francoforte 1610,<br />
Lione 1615, Francoforte 1621), un volume <strong>di</strong> gran mole,<br />
<strong>con</strong>tenente un' ampia raccolta <strong>di</strong> emendazioni, osservazioni,<br />
<strong>note</strong> e<strong>di</strong>te e iiie<strong>di</strong>te <strong>di</strong> molti dotti ; quella <strong>di</strong><br />
Giovanni Bourdelot (Parigi 1618); quella <strong>di</strong> Giuseppe<br />
Antonio Consales de Salas (Francoforte 1629). Ma questi<br />
tre dotti mutarono guastandolo il testo della Patissoniana;<br />
specialmente il Bourdelot che, pretendendo <strong>di</strong><br />
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