Petronii Cena Trimalchionis, con studii illustrativi e note di Paolo ...
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141) ; nelle altre quelli in cui sono o singole parti degli<br />
estratti o antologie e florilegi <strong>di</strong> essi.<br />
Insieme <strong>con</strong> tali co<strong>di</strong>ci vanno alcune prime e<strong>di</strong>zioni<br />
<strong>con</strong>dotte su mss. ora perduti e <strong>di</strong> cui quelle rimangonocome<br />
rappresentanti e ci serbano preziose notizie.<br />
I. Classe<br />
Vi appartengono esemplari che riportano tutti gli<br />
estratti che noi abbiamo, meno la <strong>Cena</strong> <strong>di</strong> Trimalcione.<br />
Sono i seguenti ;<br />
L. Leidense: cartaceo, in 8°, segnato col n. 61, proveniente<br />
da legato <strong>di</strong> Giuseppe Scaligero. La scrittura è<br />
chiara e bella. Dopo Petronio vi sono opuscoli varii,<br />
glosse greco-latine, <strong>note</strong> giuri<strong>di</strong>che, iscrizioni latine,<br />
le versioni <strong>di</strong> Arato. Oltre tutti gli estratti <strong>di</strong> Petronio,<br />
suddetti, v'è il principio della C. <strong>di</strong> Trimalcione,<br />
ma più compen<strong>di</strong>ato <strong>di</strong> quello che è nel cod. <strong>di</strong> Tran.<br />
Lo trascrisse G. Scaligero da un co<strong>di</strong>ce, come crede il<br />
Biicheler, appartenente al Cuiacio, ed ora perduto, il<br />
quale servì anche al Tornaes per la sua e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> cui<br />
appresso. Inoltre lo Scaligero lo collazionò <strong>con</strong> parecchi<br />
altri manoscritti e <strong>con</strong> l'e<strong>di</strong>zione del Sambuco. Egli,<br />
dove era evidente il modo <strong>di</strong> emendare i passi guasti,<br />
corresse <strong>di</strong> suo, dove la correzione non era sicura, riprodusse<br />
accuratamente l'archetipo. Spessissimo segnò<br />
al margine le varianti. Agli estratti <strong>di</strong> P. aggiunse alcuni<br />
frammenti.<br />
t (T). L'e<strong>di</strong>zione Lionese del Tornaes. E' così intitolata<br />
: Petroni Arbitri Satyri<strong>con</strong>, Lugduni apud Ioannem<br />
Tornaesium, 1576. Il Tornaes, e<strong>di</strong>tore e critico, avverte<br />
nella prefazione, che si avvalse <strong>di</strong> sei esemplari, dei<br />
quali il più importante fu un antico co<strong>di</strong>ce che egli<br />
ebbe « da un uomo illustre, caro a quanti hanno in<br />
onore le Muse e i figli e gli alunni delle Muse, e <strong>di</strong>