Introduzione - Fondazione Salvatore Maugeri
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INTRODUZIONE<br />
oggetto di interesse da parte della neuro-psichiatria, venendo<br />
sostanzialmente trascurato dalla medicina interna e dalle altre<br />
specialità mediche.<br />
La letteratura, fino all’inizio degli anni ’90, non aveva individuato<br />
condizioni cliniche predittive di deficit delle funzioni cognitive,<br />
ove si escluda l’età, il sesso femminile, la bassa scolarità<br />
e le patologie neurologiche. Più recentemente, è stato dimostrato<br />
che importanti patologie cronico-degenerative di<br />
tipo internistico, senza evidenza di malattie neurologiche,<br />
sono in grado di condizionare il deterioramento cognitivo,<br />
espresso dal punteggio del Mini Mental State Examinatiom<br />
(MMSE), che può modificarsi con il miglioramento o il peggioramento<br />
clinico della malattia. D’altra parte, è noto che<br />
anche in dementi di lieve o media gravità con comorbilità la<br />
cognitività è condizionata, oltre che dal danno neurologico,<br />
dalle patologie concomitanti quali la broncopneumopatia cronica<br />
ostruttiva, l’insufficienza cardiaca, il diabete scompensato,<br />
gli squilibri idro-elettrolitici, le reazioni avverse a farmaci, etc.<br />
Il nostro gruppo di ricerca ha sinora studiato in particolare il<br />
ruolo esercitato dall’ipertensione e dall’insufficienza cardiaca<br />
sul deficit delle funzioni cognitive e sulla prognosi in tre studi<br />
epidemiologici di cui lo “Osservatorio Epidemiologico Campano”,<br />
condotto su popolazione generale della Regione Campania,<br />
il “CHF Italian Study 1” ed il “CHF Italian Study 2”, condotto<br />
su popolazione ricoverata in n. 40 Divisioni di Medicina<br />
Interna o Geriatria italiane.<br />
Su questa scorta, si è realizzata una cartella clinica informatizzata<br />
che ci permetterà di pesare i rapporti tra le patologie<br />
cardiovascolari e le turbe della cognitività in termini di qualità<br />
della vita e di prognosi.<br />
Malattie cardiovascolari e disturbi dell’umore<br />
Sempre maggiori sono le evidenze che condizioni patologiche<br />
dello stato emozionale (depressione-ansia), indipendentemente<br />
dalla patologia cardiovascolare, sono in grado di condizionare<br />
la prognosi. Infatti, è stata dimostrata un’aumentata<br />
incidenza/prevalenza di eventi cardiovascolari in presenza di<br />
depressione nella popolazione generale, un’aumentata prevalenza<br />
di depressione dopo infarto miocardico come fattore di<br />
rischio indipendente di ridotta capacità funzionale e di aumentata<br />
mortalità/morbilità, un’aumentata prevalenza di depressione<br />
dopo ictus come fattore di rischio indipendente per<br />
ridotto recupero funzionale e mortalità/morbilità.<br />
Il nostro intento è quello di valutare la prevalenza di disturbi<br />
dell’umore nella popolazione in riabilitazione intensiva specialistica,<br />
i rapporti di questi ultimi con l’outcome riabilitativo e<br />
stabilire l’efficacia del trattamento antidepressivo.<br />
Comorbilità e disabilità<br />
In tutti questi anni, in cui la medicina riabilitativa si è andata<br />
imponendo nelle sue valenze specialistiche, nessun peso è<br />
stato dato alla comorbilità nella valutazione clinica, ove si<br />
escluda la descrizione dei fattori di rischio per le diverse categorie<br />
di pz inviate ad un programma riabilitativo. Il motivo di<br />
questa lacuna è fondamentalmente legato al fatto che in passato<br />
la casistica dei reparti di riabilitazione presentava un’età<br />
media intorno ai 50-60 anni, allorché la prevalenza di comorbilità<br />
risulta piuttosto modesta. Negli ultimi 20 anni, per<br />
contro, abbiamo assistito al fenomeno dell’invecchiamento<br />
della popolazione nei paesi industrializzati, che ha realizzato<br />
una vera e propria rivoluzione epidemiologica caratterizzata,<br />
appunto, dalla comorbilità e dalla disabilità.<br />
98<br />
Misure di fragilità<br />
La fragilità rappresenta l’estremo della complessità clinica e<br />
descrive lo stato di instabilità di un soggetto ad alto rischio di<br />
eventi avversi quali cadute, disabilità, ospedalizzazione e<br />
morte. La fragilità definisce uno stato di ridotta riserva funzionale<br />
multiorgano, che si accompagna a comorbilità e ridotta<br />
abilità ad eseguire le attività di base della vita quotidiana, condizionato<br />
da modificazioni funzionali neuro-muscolari, endocrine<br />
e del sistema immunitario e che necessita dei diversi<br />
“setting” riabilitativi.<br />
Tuttavia, non c’è ancora un univoco criterio, universalmente<br />
accettato, per identificare il soggetto fragile anche se, utilizzando<br />
differenti strumenti di screening, è stato dimostrato che<br />
la fragilità è correlata con la durata della degenza ospedaliera,<br />
l’istituzionalizzazione e la mortalità.<br />
Noi stessi, abbiamo affrontato questa problematica in pazienti<br />
cardiopatici suddivisi in tre classi, utilizzando lo score adottato<br />
da Lachs MS et al. per la fragilità, che ha manifestato una<br />
maggiore capacità di previsione prognostica della fragilità rispetto<br />
alla classe funzionale NYHA.<br />
Il nostro interesse consiste nella definizione di uno strumento<br />
capace di pesare la fragilità e che trovi una sua validazione<br />
nella correlazione con numerosi items quali l’ospedalizzazione,<br />
gli outcome riabilitativi, parametri bioumorali e la mortalità.<br />
Attività Educazionale<br />
Il laboratorio si pone come palestra di informazione e formazione<br />
per gli Istituti Scientifici della <strong>Fondazione</strong> <strong>Salvatore</strong><br />
<strong>Maugeri</strong>, con l’obiettivo: a) di realizzare o scegliere strumenti<br />
capaci di valutare la complessità clinica di pazienti in riabilitazione;<br />
b) di realizzare banche dati raccolte con gli strumenti di<br />
valutazione della complessità clinica in riabilitazione; c) di formare<br />
il personale medico, tecnico e paramedico alla conoscenza<br />
e valutazione globale del paziente complesso in riabilitazione;<br />
d) di definire i percorsi riabilitativi multispecialistici<br />
integrati per il paziente complesso; e) di adeguare la struttura<br />
assistenziale riabilitativa alla tipologia di pazienti disabili complessi.<br />
Progetti di Ricerca in corso<br />
Il laboratorio è impegnato nello sviluppo di numerosi progetti<br />
di ricerca per i quali mantiene attive collaborazioni con diversi<br />
Istituti nazionali ed esteri tra cui:<br />
Progetto di ricerca finalizzata ordinario per gli aa 2007-<br />
2009: Riabilitazione cardiologica intensiva e continuità assistenziale<br />
nel paziente fragile dopo evento cardiovascolare.<br />
Dipartimento di Medicina Clinica, Scienze Cardiovascolari<br />
ed Immunologiche dell’Università di Napoli “Federico II”.<br />
Dipartimento di Scienze Neurologiche, Università di Napoli<br />
“Federico II”.<br />
Dipartimento di Area Critica Medico-Chirurgica, dell’Università<br />
di Firenze.<br />
Istituto Superiore di Sanità.<br />
I filoni di ricerca attualmente seguiti sono:<br />
Realizzazione di un data-base per studi osservazionali su pazienti<br />
complessi in riabilitazione intensiva multispecialistica.<br />
Malattia di Alzheimer e fattori fragilità-correlati in grado di<br />
condizionare il profilo cognitivo del paziente anziano.<br />
<strong>Fondazione</strong> <strong>Salvatore</strong> <strong>Maugeri</strong> 2007-2008