WALSERSPRACHE - The four main objectives of the Alpine Space ...
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Elisabetta Fazzini<br />
dialetto di Issime. È possibile inoltre distinguere tra prestiti che sono presenti<br />
anche nelle parlate alemanniche della Svizzera, in particolare del<br />
Wallis (prestiti tedeschi, italiani e dal francese standard), e lessemi peculiari<br />
delle sole colonie italiane, nella maggior parte dei casi prestiti dall’italiano<br />
standard e dal piemontese.<br />
Il Vocabolario registra e tratta i prestiti linguistici nel caso in cui l’inchiesta<br />
abbia permesso di verificare un processo d’integrazione o di relativa<br />
frequenza d’uso degli stessi nel dialetto, e che non si tratti quindi di<br />
una semplice resa estemporanea dell’informatore, dovuta alla sua volontà<br />
di fornire sul momento una risposta all’intervistatore, pur in presenza di<br />
una lacuna di memoria nel dialetto Walser. Per questi sarebbero necessarie<br />
e auspicabili ulteriori verifiche mirate. Si è cercato inoltre di stabilire<br />
quale modello linguistico abbia di volta in volta agito nel processo d’interferenza<br />
– italiano standard, piemontese, valdostano, tedesco, oppure<br />
francese o francoprovenzale –, con evidenti difficoltà causate dalla frequente<br />
concorrenza di modelli dai tratti affini, come la lingua standard e<br />
le sue varianti regionali.<br />
Nel caso di prestiti riscontrabili sia nelle colonie che nel Cantone di<br />
provenienza, o in altre aree alemanniche, è difficile infine, o impossibile,<br />
stabilire se il termine si sia affermato autonomamente nei diversi dialetti,<br />
oppure se tramite del prestito non sia stato piuttosto il dialetto stesso del<br />
Wallis, con cui le colonie hanno mantenuto per secoli contatti stretti.<br />
In sintesi, dunque, l’obiettivo è quello di mettere a disposizione di<br />
studiosi (linguisti, filologi, dialettologi) uno strumento utile per focalizzare<br />
le peculiarità di questi dialetti, la corservatività dei tratti originali, le<br />
modalità dell’evoluzione, i fenomeni di interferenza e la creatività linguistica<br />
che ogni parlata ha ampiamente espresso con risorse talvolta comuni,<br />
ma spesso assolutamente individuali.<br />
Auspichiamo comunque che il taglio linguistico-filologico scelto non<br />
impedisca o non scoraggi l’utilizzazione del Vocabolario da parte di<br />
chiunque sia interessato, a qualunque titolo, a conoscere e a tutelare le<br />
parlate e la cultura Walser, in quanto importante patrimonio culturale che<br />
riguarda e arricchisce tutti.<br />
che componevano il questionario, per i dati relativi agli informatori e alle fonti a stampa, si rimanda<br />
al Vocabolario comparativo, alle pp. XXIV-XXX.<br />
5 Cf. SDS VII 200, Zürrer 1975, pp. 124-125.<br />
6 SDS VII 186, ALI IV 381, Cigni 1999, pp. 83-84.<br />
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