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Applicazioni della teoria del minimax a problemi ... - Portale Posta DMI

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Due minimi locali 41<br />

Inoltre, per ogni i ∈ {0, 1} il funzionale ψ(·, λ) + µΦ(·) ha in ui un minimo locale<br />

forte: infatti, per definizione di τ ψ(·,λ) esistono un sottoinsieme U debolmente aperto di X<br />

e ρ ∈ R tali che per ogni u ∈ U ∩ ψ(·, λ) ρ si ha<br />

(5.2) ψ(u, λ) + µΦ(u) ≥ ψ(ui, λ) + µΦ(ui).<br />

Giacché la restrizione di ψ(·, λ)+µΦ(·) all’insieme C è continua, esiste un sottoinsieme<br />

V aperto (rispetto alla topologia forte) di X tale che<br />

ψ(·, λ) ρ = V ∩ C;<br />

si vede subito che per ogni u ∈ U ∩ V vale (5.2), di modo che ui risulta essere un punto di<br />

minimo locale per ψ(·, λ) + µΦ(·) rispetto alla topologia forte.<br />

Questo conclude la dimostrazione. <br />

Un commento: nell’ultima parte <strong><strong>del</strong>la</strong> dimostrazione <strong>del</strong> Teorema 5.2, è imprescindibile<br />

la continuità <strong><strong>del</strong>la</strong> funzione χC (e quindi <strong>del</strong> funzionale in esame) sull’insieme dom(χC) =<br />

C; rammentiamo, in proposito, quanto osservato a margine <strong><strong>del</strong>la</strong> Definizione 3.9.<br />

Nelle applicazioni <strong>del</strong> Teorema 5.2 a <strong>problemi</strong> variazionali, occorre trovare condizioni<br />

sui dati che garantiscano le sue ipotesi fondamentali: in particolare, la condizione (5.2.1)<br />

può essere garantita attraverso ipotesi intermedie tutt’altro che banali; Bonanno, in [11],<br />

ha introdotto alcune condizioni che implicano la diseguaglianza (5.2.1) o sono ad essa<br />

equivalenti.<br />

Il seguente Lemma è analogo a un risultato di [11] (Proposition 2.1).<br />

Lemma 5.3. Siano X, I, J, C, Λ e ψ come sopra, e siano δ ∈ R, w0, w1 ∈ C verificanti<br />

le seguenti condizioni:<br />

(5.3.1) J(w0) < δ < J(w1);<br />

(5.3.2) inf<br />

u∈C∩J δ<br />

I(u) > (J(w1) − δ)I(w0) + (δ − J(w0))I(w1)<br />

.<br />

J(w1) − J(w0)<br />

Allora, vale la diseguaglianza (5.2.1).<br />

Dimostrazione. Sia<br />

m = inf<br />

u∈C∩J δ<br />

I(u)<br />

(si ha m ∈ R in quanto w1 ∈ C ∩ J δ); da (5.3.1), (5.3.2) segue<br />

(5.3)<br />

Fissato λ ∈ Λ, vanno distinti due casi:<br />

I(w1) − m<br />

J(w1) − δ < I(w0) − m<br />

J(w0) − δ .<br />

• se λ > I(w1) − m<br />

J(w1) − δ , si ha ψ(w1, λ) < m;<br />

• se λ ≤ I(w1) − m<br />

J(w1) − δ , applicando (5.3) si ha ψ(w0, λ) < m.

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