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Applicazioni della teoria del minimax a problemi ... - Portale Posta DMI

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82 Capitolo 7. Biforcazione per sistemi hamiltoniani<br />

“grande” (ovvero, non σ–compatto); seguendo un metodo simile, proveremo anche un<br />

risultato di esistenza di soluzioni non banali per un sistema lineare dipendente da un<br />

parametro reale e da una funzione.<br />

Il Capitolo ha la seguente scansione: dapprima introdurremo alcune definizioni sugli<br />

operatori non lineari fra spazi di Hilbert e due recenti risultati di Ricceri [100] sui punti<br />

singolari di tali operatori, che saranno i nostri strumenti principali (Sezione 7.1); quindi<br />

presenteremo in termini generali l’impostazione variazionale per i sistemi hamiltoniani<br />

(Sezione 7.2); infine esporremo i nostri risultati relativi a sistemi non lineari (Sezione 7.3)<br />

e lineari (Sezione 7.4).<br />

7.1 Punti singolari di operatori non lineari<br />

Premettiamo ai risultati di questa Sezione alcune Definizioni che saranno utilizzate nel<br />

séguito: la prima è espressa in forma di chiasmo.<br />

Definizione 7.2. Siano (X, · ) uno spazio di Hilbert, T : X → X un operatore: un<br />

punto regolare di T è un punto u ∈ X tale che esistono due sottoinsiemi aperti U e V di X<br />

tali che u ∈ U, T (u) ∈ V e la restrizione di T a U è un omeomorfismo fra U e V ; un punto<br />

singolare di T è un punto non regolare, e ST denota l’insieme dei punti singolari di T ; un<br />

valore singolare è un punto v ∈ T (ST ); un valore regolare è un punto v ∈ T (X) \ T (ST ).<br />

Infine, se T ∈ C 1 (X, X), si pone<br />

ˆST = u ∈ X : T ′ (u) ∈ L(X, X) non è suriettivo .<br />

In margine alla Definizione 7.2, precisiamo quanto segue: dati uno spazio di Hilbert<br />

(X, · ) e un operatore T ∈ C 1 (X, X), per ogni u ∈ X la derivata secondo Gâteaux<br />

di T in u è definita come un operatore lineare continuo T ′ (u) ∈ L(X, X), e la mappa<br />

T ′ : X → L(X, X) è continua.<br />

Osserviamo anche che, nelle medesime ipotesi, l’insieme ˆ ST è chiuso: difatti, si verifica<br />

facilmente che l’insieme degli operatori suriettivi è aperto in L(X, X) (si usa [2], Proposition<br />

1.1), e X \ ˆ ST coincide con la retroimmagine di tale insieme tramite la mappa continua<br />

T ′ ; quindi X \ ˆ ST è aperto.<br />

Rammentiamo anche la seguente nozione topologica:<br />

Definizione 7.3. Siano (X, τ) uno spazio topologico, S un sottoinsieme di X: S è<br />

σ–compatto se esiste una successione {Sn} di sottoinsiemi compatti di X tale che<br />

S = <br />

Sn.<br />

n∈N<br />

Osserviamo che, se X è uno spazio di Hilbert di dimensione infinita, gli insiemi σ–<br />

compatti in X si possono considerare “piccoli” in quanto, per esempio, tali insiemi non<br />

possiedono punti interni: a converso, un insieme non σ–compatto sarà considerato “grande”.<br />

Il problema <strong><strong>del</strong>la</strong> “grandezza” <strong>del</strong>l’insieme dei punti singolari di un operatore non<br />

lineare è classico: in spazi di dimensione finita, un celebre risultato di Sard assicura che,

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