Applicazioni della teoria del minimax a problemi ... - Portale Posta DMI
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50 Capitolo 5. Problemi con due parametri<br />
Dimostreremo adesso che<br />
(5.23) c ≤ R;<br />
a tal fine, definiamo il cammino ¯γ ∈ Γ ponendo per ogni τ ∈ [0, 1]<br />
¯γ(τ) = τu1 + (1 − τ)u0<br />
e osserviamo che per ogni τ ∈ [0, 1] si ha ¯γ(τ) ∈ C ∩ B(0, σ1) e<br />
Eλ,µ(¯γ(τ)) ≤ I(¯γ(τ)) + λ1|JF (¯γ(τ))| + ¯µ|JG(¯γ(τ))|<br />
≤ I(¯γ(τ)) + λ1k ¯γ(τ) p p + ¯γ(τ) r r + ¯µk [¯γ(τ)1 + ¯γ(τ) r r] ≤ R,<br />
quindi, poiché<br />
si ha (5.23).<br />
Da (5.22) e (5.23) segue che<br />
c ≤ sup Eλ,µ(¯γ(τ)),<br />
τ∈[0,1]<br />
u2 < σ2,<br />
di modo che u0, u1, u2 ∈ C ∩ B(0, σ2); inoltre, per il Lemma 5.4, si tratta di tre soluzioni<br />
<strong>del</strong> problema (5.14).<br />
Questo conclude la dimostrazione. <br />
Due brevi osservazioni: per il problema (5.14), che coinvolge due parametri reali λ, µ e<br />
una perturbazione rappresentata dalla funzione G, il Teorema 5.9 garantisce l’esistenza di<br />
due (o tre) soluzioni le cui norme sono dominate da una costante σ1 (o σ2) indipendente<br />
da λ, µ e G; inoltre, diversamente da quanto accade sovente nello studio di <strong>problemi</strong> di<br />
questo tipo, le ipotesi non implicano che il problema (5.14) ammetta la soluzione nulla (si<br />
veda, in particolare, (5.11)), sicché nessuna sua soluzione può dirsi “banale”.<br />
D’altra parte, è doveroso osservare come il metodo esposto nella presente Sezione non<br />
sia l’unico atto a trovare soluzioni non–negative per inclusioni differenziali: nelle stesse<br />
ipotesi, infatti (con particolare riferimento alle condizioni (5.10) e (5.13)), è possibile<br />
trattare il problema attraverso il metodo dei troncamenti senza ricorrere ai funzionali di<br />
Motreanu–Panagiotopoulos (per una applicazione <strong>del</strong> metodo dei troncamenti a <strong>problemi</strong><br />
simili a quello qui studiato si veda il lavoro di Kyritsi e Papageorgiou [74]).<br />
In conclusione, presentiamo un esempio tipico di potenziali localmente lipschitziani che<br />
soddisfano le nostre ipotesi: ci sia consentito rilevare qui come questa classe di potenziali<br />
appaia particolarmente adatta all’applicazione <strong>del</strong> metodo esposto; infatti, le condizioni<br />
imposte sul potenziale principale F (segnatamente (5.6)) richiedono che esso mostri comportamenti<br />
diversi in prossimità di zero e all’infinito, il che è perfettamente normale per<br />
un potenziale localmente lipschitziano, ma non troppo comune per un potenziale di classe<br />
C 1 .