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Applicazioni della teoria del minimax a problemi ... - Portale Posta DMI

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Un’inclusione differenziale 77<br />

Esempio 6.5. Siano Ω come sopra, r ∈]1, 2[ e f : R → R definita da<br />

⎧<br />

⎪⎨<br />

−1 se s ≤ 0<br />

f(s) = s<br />

⎪⎩<br />

r−1 n + 1<br />

− se<br />

n<br />

1 1<br />

≤ s < (n ∈ N, n > 1)<br />

n n − 1<br />

sr−1 .<br />

− 1 se s ≥ 1<br />

Questa nonlinearità soddisfa tutte le nostre ipotesi: la condizione (6.3) è banalmente<br />

verificata per k = 2; la condizione (6.4) segue da<br />

D =<br />

1<br />

n<br />

<br />

: n ∈ N ;<br />

per verificare la condizione (6.5) basta considerare il punto di discontinuità s = 1, e<br />

osservare che f(1) = 0; la condizione (6.6) si prova rilevando che<br />

di modo che esiste ¯s > 1 tale che<br />

lim F (s) = +∞,<br />

s→+∞<br />

F (0) = 0 < 1 = min{F (−1), F (¯s)}.<br />

Dunque, per il Teorema 6.3, esistono ¯ λ > 0 e ū ∈ C ∞ 0<br />

ammette almeno tre soluzioni.<br />

6.3 Un’inclusione differenziale su una striscia<br />

(Ω) tali che il problema (6.7)<br />

In questa Sezione applichiamo il Teorema 6.2 per stabilire un risultato di molteplicità per<br />

un’inclusione differenziale su un dominio illimitato di tipo particolare: una striscia, vale a<br />

dire un dominio dotato di una palese simmetria assiale, sul quale studieremo un problema<br />

incentrato su un potenziale che presenta lo stesso tipo di simmetria.<br />

Siano m, N ∈ N tali che N ≥ m + 2, ω ⊂ R m un dominio limitato con frontiera ∂ω<br />

regolare tale che 0 ∈ ω, e Ω = ω × R N−m ; nel trattare <strong>problemi</strong> variazionali su dominî<br />

illimitati, la mancanza di immersioni compatte degli spazi di Sobolev in opportuni spazi<br />

di Lebesgue rappresenta un impedimento severo, che in casi particolari quale è quello in<br />

esame può essere eluso tramite il ricorso ai gruppi di isometrie.<br />

Denotiamo O(R N ) il gruppo <strong>del</strong>le isometrie lineari di R N e G il sottogruppo di O(R N )<br />

formato dalle isometrie lineari che lasciano invariate le prime m coordinate (vale a dire G =<br />

{idR m} × O(RN−m )): osserviamo che Ω è G–invariante; nel séguito, diremo simmetriche le<br />

funzioni definite su Ω invarianti rispetto a G (geometricamente, si tratta di una simmetria<br />

assiale o cilindrica).<br />

Sia p ∈]1, N[; definiamo l’azione di G sullo spazio W 1,p (Ω) ponendo per ogni (g, u) ∈<br />

G × W 1,p (Ω) e ogni x ∈ Ω<br />

gu(x) = u(g −1 x).

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