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Pagine di vita nel Canavese del basso Medioevo - Uni3 Ivrea

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Quest’ultima osservazione ci porta a <strong>di</strong>re qualcosa <strong>del</strong>le streghe, dei<br />

fattucchieri e simili.<br />

Le streghe, chiamate “masche” in area piemontese ed in particolare<br />

canavesana, hanno profondamente colpito l’immaginario collettivo, che il<br />

popolo ne ha ricavato un gran<strong>di</strong>ssimo numero <strong>di</strong> storie. Non è qui il caso <strong>di</strong><br />

presentarne qualcuna, ma è piuttosto curioso notare che la documentazione<br />

storica è quasi inesistente, pure in un’epoca in cui l’Inquisizione (nata in<br />

seguito al concilio Lateranense IV <strong>del</strong> 1215, resa più efficiente da papa<br />

Gregorio IX, il quale <strong>nel</strong> 1231 istituì in tutto il mondo cristiano dei tribunali per<br />

giu<strong>di</strong>care i crimini <strong>di</strong> eresia) aveva scatenato una vera e propria caccia alle<br />

streghe, con processi per eresia e conseguenti roghi.<br />

pag. 61):<br />

Scrive in proposito Piero Venesia (Il Me<strong>di</strong>o Evo in <strong>Canavese</strong> – vol. II –<br />

Di pari passo con lo sviluppo <strong>del</strong>l’Inquisizione, si comincia a sentir<br />

parlare sempre più frequentemente <strong>di</strong> processi alle streghe; però <strong>di</strong> quelli<br />

celebrati <strong>nel</strong> Me<strong>di</strong>oevo canavesano nessun resoconto ci è pervenuto.<br />

..........<br />

Di alcuni processi per “afaytureria” si ha notizia dai conti dei castellani<br />

sabau<strong>di</strong> tre il 1329 ed il 1345: due donne innominate, l’una condannata alla<br />

fustigazione e l’altra al rogo, ed una Margherita figlia <strong>di</strong> Giacomo Sartoris <strong>del</strong>la<br />

Bassa Val Chiusella prima messa in catene e poi fustigata a terra.<br />

La presenza <strong>di</strong> fattucchiere nei borghi non doveva essere cosa rara: tra<br />

i testi interrogati dal Vescovo a Pont <strong>nel</strong>la visita pastorale <strong>del</strong> 1329, uno<br />

afferma che una certa Alassola <strong>di</strong> Pietro Valleto esercita tale attività <strong>di</strong><br />

consueto ed un secondo fa il nome <strong>di</strong> un’altra, Alasia Zopa, ma si cautela con<br />

un sintomatico “per sentito <strong>di</strong>re”.<br />

Spulciando gli Statuti canavesani, si scoprono pochi capitoli de<strong>di</strong>cati<br />

all’argomento <strong>del</strong>la stregoneria.<br />

La parola masca compare una sola volta, in un capitolo degli Statuti <strong>di</strong><br />

Alice Castello (1514, cap. 55) che già abbiamo letto, in cui a proposito degli<br />

insulti rivolti ad una donna vi sono: puttana, vacca, troia, o previessa [cioè<br />

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