Pagine di vita nel Canavese del basso Medioevo - Uni3 Ivrea
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Avendo l’Europa conosciuto il continente americano solo dopo il 1492,<br />
come è possibile che ne parlino gli statuti canavesani, anteriori, anche <strong>di</strong><br />
molto, a tale data? La spiegazione è molto semplice. In realtà, quello che<br />
comunemente utilizziamo noi, che effettivamente proviene dall’America, ha<br />
determinate caratteristiche <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione, pastosità e sapore, oltre ad un<br />
notevole valore nutritivo, che ne hanno favorito l’enorme <strong>di</strong>ffusione <strong>nel</strong>la<br />
cucina europea dei secoli successivi. Il “fagiolo” degli Statuti è invece un’altra<br />
varietà (Vigna sinensis), oggi chiamata volgarmente “fagiolo dall’occhio”, che<br />
ha semi assai piccoli, ed è originaria <strong>del</strong>l’Africa e <strong>del</strong>l’Asia. È questo che già si<br />
conosceva <strong>nel</strong>l’Egitto dei Faraoni e che <strong>nel</strong>l’antichità classica si chiamava<br />
“phaseolus”.<br />
Lo stesso <strong>di</strong>scorso si può fare per un altro prodotto <strong>del</strong>la terra, <strong>di</strong><br />
larghissimo consumo fino ad alcuni decenni or sono, ma ora relegato alla<br />
funzione <strong>di</strong> piatto destinato a particolari ricorrenze o ad<strong>di</strong>rittura a cibo raffinato<br />
e non da tutti i giorni: intendo la “polenta”. Noi utilizziamo la farina gialla,<br />
ricavata dalla molitura <strong>del</strong> mais, la “meglia” dei nostri conta<strong>di</strong>ni, o meliga.<br />
Quei nostri remoti antenati, invece, non conoscendo il mais, anch’esso<br />
originario <strong>del</strong>l’America, utilizzavano altre varietà, meno pregiate, più piccole e<br />
grossolane, con molta crusca, ma ne facevano largo consumo.<br />
Sovente, negli Statuti, fagioli e meliga, o le loro colture, sono nominati<br />
assieme, e unitamente ad altri ortaggi, che costituivano gran parte<br />
<strong>del</strong>l’alimentazione.<br />
Statuti <strong>di</strong> Chivasso, <strong>del</strong> 1306.<br />
È stato stabilito che se qualcuno vuole tutelare un suo campo coltivato a<br />
rape, a fagioli, a miglio ... dovrà piazzare quattro o più guilfe sullo stesso<br />
campo.<br />
La guilfa, era un palo che recava in cima un ramoscello fronzuto o un<br />
man<strong>nel</strong>lo <strong>di</strong> fieno per in<strong>di</strong>care che quel campo era una “ban<strong>di</strong>ta”, una riserva.<br />
Statuti <strong>di</strong> Pavone, sec. XIV, cap. 106.<br />
... e se qualcuno, in un campo altrui, avrà tagliato meliga, miglio, fagioli<br />
... pagherà ogni volta <strong>di</strong>eci sol<strong>di</strong>, se <strong>di</strong> giorno, e venti, se <strong>di</strong> notte, e rimborserà<br />
il danno...<br />
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