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Pagine di vita nel Canavese del basso Medioevo - Uni3 Ivrea

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Ed ecco che cosa poteva succedere, a Barbania (Statuti <strong>del</strong> sec. XV,<br />

cap. 96), a chi veniva scoperto <strong>nel</strong>l’orto <strong>di</strong> un altro.<br />

Qualunque persona verrà scoperta <strong>nel</strong>l’orto <strong>di</strong> un altro, anche se lì non<br />

avrà preso nulla, pagherà ogni volta cinque sol<strong>di</strong> <strong>di</strong> multa. Se poi si sarà preso<br />

degli ortaggi <strong>di</strong> qualunque specie vi erano coltivati, pagherà una multa <strong>di</strong> venti<br />

sol<strong>di</strong>.<br />

Il cap. 98 degli stessi Statuti è molto importante, perché vuol colpire chi<br />

ruba l’ortaggio principe, la vera base <strong>del</strong>l’alimentazione conta<strong>di</strong>na <strong>di</strong> quei<br />

secoli.<br />

Qualunque persona raccoglierà rape <strong>nel</strong> podere <strong>di</strong> un altro, pagherà la<br />

multa <strong>di</strong> un soldo fino a <strong>di</strong>eci rape; se ne avrà prese <strong>di</strong> più, fino ad un fascio <strong>di</strong><br />

rape, pagherà due sol<strong>di</strong>; al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> quella quantità, la multa sarà in<br />

proporzione.<br />

I campi coltivati a rape si chiamavano ravinales o ravoria o rapinalia<br />

ed erano tanto importanti che se ne parla negli statuti <strong>di</strong> ben un<strong>di</strong>ci paesi.<br />

Ad Albiano (sec. XIV) vi si de<strong>di</strong>cano tre capitoli, con cui si puniscono i<br />

furti nei “ravinales”, come pure ad Azeglio (sec. XV)<br />

A Barbania gli Statuti <strong>del</strong> sec. XV hanno un curioso capitolo, il 111°, che<br />

prescrive quanto segue: Qualunque persona le cui bestie, <strong>di</strong> sua proprietà o <strong>di</strong><br />

altri, ma affidate in custo<strong>di</strong>a a lui o al suo pastore, saranno trovate nei campi<br />

coltivati a rape appartenenti ad altri, pagherà una multa <strong>di</strong> 6 denari per ogni<br />

capo <strong>di</strong> bovini o <strong>di</strong> altri animali <strong>di</strong> grossa taglia, per ogni maiale 4 denari e per<br />

ogni capra o bestia lanuta 2 denari.<br />

Statuti <strong>di</strong> Foglizzo (1387, cap. 51): Se qualche persona verrà colta <strong>nel</strong>la<br />

canapaia altrui a rubare rape o foglie <strong>di</strong> rapa, pagherà <strong>di</strong> giorno 5 sol<strong>di</strong>, <strong>di</strong><br />

notte 10 sol<strong>di</strong> e altrettanto <strong>di</strong> ammenda, e se il danno sarà superiore la multa<br />

e l’ammenda saranno proporzionate.<br />

Della rapa si mangiava tutto, dalla grossa ra<strong>di</strong>ce alle foglie, chiamate<br />

ravicie (vocabolo molto simile all’attuale forma piemontese ravisse, che<br />

denomina appunto le foglie <strong>del</strong>la rapa) ed alle infiorescenze, le cime <strong>di</strong> rapa,<br />

consumandola nei mo<strong>di</strong> in uso fino ai giorni nostri. Le foglie e le “cime” non si<br />

potevano conservare a lungo, mentre invece la ra<strong>di</strong>ce si conservava per molti<br />

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