Pagine di vita nel Canavese del basso Medioevo - Uni3 Ivrea
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vicino... [il “piede liprando”, in uso a quell’epoca in quasi tutto il Piemonte,<br />
equivaleva a cm 51,44].<br />
Gli Statuti <strong>di</strong> Albiano, <strong>del</strong>la fine <strong>del</strong> XIV secolo o degli inizi <strong>del</strong> XV,<br />
impongono una <strong>di</strong>stanza minima <strong>di</strong> sei pie<strong>di</strong> dalla proprietà confinante o dal<br />
bordo <strong>di</strong> una strada stretta.<br />
A Chiaverano (Statuti <strong>del</strong> 1459) la <strong>di</strong>sposizione presenta un elenco<br />
dettagliato: Nessuna persona <strong>di</strong> Chiaverano, o che vi abiti, nativa <strong>del</strong> luogo o<br />
forestiera, possa o si creda autorizzata a piantare degli alberi <strong>di</strong> castagne, <strong>di</strong><br />
noci, <strong>di</strong> ciliegie o <strong>di</strong> olive o qualsivoglia altro albero <strong>di</strong> qualsiasi specie e<br />
comunque sia chiamato, <strong>nel</strong> territorio e sotto la giuris<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Chiaverano, se<br />
non alla <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> almeno nove pie<strong>di</strong> dal terreno coltivato o dalla vigna o<br />
dalla piantagione <strong>di</strong> un vicino confinante, o dalla pubblica strada passante<br />
vicino a tali vigne, coltivi o piantagioni.<br />
Negli Statuti <strong>di</strong> Foglizzo <strong>del</strong> 1387 si prescrive (cap. 65-66-67): Nessuna<br />
persona <strong>di</strong> Foglizzo, o che abbia proprietà in quel territorio, possa tenere o far<br />
crescere alcun albero che possa recar danno all’orto <strong>di</strong> un altro...<br />
Nessuno possa piantare o far crescere un qualsiasi albero o pianta o<br />
alteno (piantagione <strong>di</strong> viti legate ad alti pali o ad alberi) <strong>nel</strong> suo podere o prato<br />
o campo a meno <strong>di</strong> sei pie<strong>di</strong> dal confinante...<br />
Se uno ha qualche albero o pianta o alteno <strong>nel</strong> suo podere in un prato o<br />
in un campo dovrà provvedere, nei termini assegnati dai Consoli locali, a<br />
toglierli, fino alla <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> sei pie<strong>di</strong> dal confinante, a meno che si tratti,<br />
secondo il parere <strong>di</strong> periti comunali, <strong>di</strong> alberi dalla buona produttività...<br />
Gli alberi potevano dar noia e arrecare danno anche con la loro ombra.<br />
Ecco quanto prescrive il cap. 67 degli statuti <strong>di</strong> Romano <strong>del</strong> 1315.<br />
Fu poi stabilito che se un albero farà ombra sull’aia altrui in modo che<br />
quell’ombra danneggi le granaglie che si trebbiano in quell’aia, quell’albero<br />
dovrà essere scapezzato [gli si dovrà, cioè, tagliare la parte più alta] in misura<br />
tale che la sua ombra non sia nociva a quell’aia, secondo il giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> due<br />
uomini stimati e competenti, scelti dal podestà, che decideranno sotto<br />
giuramento; tutto ciò a richiesta <strong>di</strong> chiunque sia il proprietario <strong>del</strong>l’aia.<br />
Ma gli alberi erano a volte anche vittime incolpevoli <strong>di</strong> atti criminosi.<br />
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