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Pagine di vita nel Canavese del basso Medioevo - Uni3 Ivrea

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A Verolengo (sec. XIII, cap. 156) ci si preoccupava che il paese fosse<br />

adorno <strong>di</strong> belle case ed abitazioni, e per venire incontro ai proprietari, si stabilì<br />

che le case esistenti o che si sarebbero costruite in futuro, sarebbero esentate<br />

dalle imposte, purché, è sottinteso, fossero tenute in con<strong>di</strong>zioni decenti.<br />

Ad Agliè, poi (1423, cap. 5), tutte le case dovevano essere abitate,<br />

forse per e<strong>vita</strong>re un degrado ine<strong>vita</strong>bile in una casa deserta. Perciò chi<br />

possedeva due o più case, doveva fare in modo che nessuna rimanesse<br />

<strong>di</strong>sabitata. Se non poteva o non voleva farlo, sarebbe stato obbligato a<br />

scegliere per sé la migliore e, <strong>nel</strong> giro <strong>di</strong> un anno, a vendere le altre.<br />

A Bairo (1409, cap. 96, ripreso <strong>nel</strong> 1473 al cap. 129) vi è<br />

un’interessante <strong>di</strong>sposizione.<br />

Stabilirono che, se qualcuno, proprietario <strong>di</strong> una casa coperta <strong>di</strong> tegole,<br />

impe<strong>di</strong>rà ad un altro, la cui casa è coperta <strong>di</strong> paglia, <strong>di</strong> portare a casa sua,<br />

quando c’è vento, la cena o il pranzo o qualcosa d’altro per cucinarlo,<br />

portandosi anche la legna, dovrà pagare 5 sol<strong>di</strong> <strong>di</strong> multa.<br />

Le tegole e la calce avrebbero dovuto gradatamente sostituire,<br />

<strong>nel</strong>l’e<strong>di</strong>lizia, altri materiali facilmente incen<strong>di</strong>abili, ma talvolta gli statuti<br />

ponevano <strong>del</strong>le limitazioni, soprattutto riguardo la calce.<br />

A Pont, in varie riprese, si stabilisce che le fornaci in cui si producevano<br />

le tegole, non potevano fare più <strong>di</strong> un certo numero <strong>di</strong> infornate <strong>di</strong> calce l’anno:<br />

una per ogni quartiere a Pont; a Frassineto i consoli potevano autorizzare solo<br />

due infornate in tutto; una parte <strong>del</strong> prodotto spettava ai Signori <strong>del</strong> luogo.<br />

La casa, non solo come luogo dove ripararsi dalle intemperie o riporre le<br />

proprie cose, fu una <strong>del</strong>le prime conquiste <strong>del</strong>l’uomo primitivo. Col passare <strong>del</strong><br />

tempo <strong>di</strong>venne anche luogo <strong>di</strong> aggregazione <strong>del</strong>la famiglia, acquisendo così una<br />

valenza psicologica ed affettiva. Difendendo la casa, si <strong>di</strong>fendevano anche i<br />

valori che essa rappresentava. I legislatori tardome<strong>di</strong>evali cercavano dunque <strong>di</strong><br />

tutelarla in ogni modo, non solo con le norme antincen<strong>di</strong>o, ma anche<br />

<strong>di</strong>chiarandone esplicitamente l’inviolabilità. La violazione <strong>di</strong> domicilio era<br />

considerato uno dei <strong>del</strong>itti più gravi e punito <strong>di</strong> conseguenza con pene atroci.<br />

Ad Albiano (sec. XIV, cap. 65) si era abbastanza tolleranti:<br />

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