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Pagine di vita nel Canavese del basso Medioevo - Uni3 Ivrea

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A <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> <strong>Ivrea</strong>, dove si parla abbastanza spesso <strong>di</strong> cunicoli, cioè <strong>di</strong><br />

canali <strong>di</strong> scolo, anche se non vi era una vera rete fognaria, e talvolta si<br />

stabiliva <strong>di</strong> coprirli, riaprendoli in caso <strong>di</strong> pioggia perché essa provvedesse al<br />

lavaggio, e si davano in<strong>di</strong>cazioni anche per la loro costruzione, solitamente con<br />

mattoni, negli altri centri si parla genericamente <strong>di</strong> rii, spesso popolati da<br />

pesci: forse anche per questo a Chivasso si era imposto ai Frati Umiliati <strong>di</strong><br />

eliminare le loro latrine che scaricavano <strong>di</strong>rettamente nei corsi d’acqua. Del<br />

resto, anche in questo campo, Chivasso, assieme ad <strong>Ivrea</strong>, era all’avanguar<strong>di</strong>a<br />

<strong>nel</strong> <strong>Canavese</strong>, almeno nei propositi. Ciò malgrado, neppure qui la situazione<br />

doveva essere molto gradevole se (1496, cap. 4) si era reso necessario dare<br />

una <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> questo tenore:<br />

Stabilirono che nessuno, quale che sia la sua con<strong>di</strong>zione, abbia il<br />

coraggio e l’arbitrio <strong>di</strong> gettare qualche sconcezza, cioè acqua, scopatura <strong>di</strong><br />

casa, immon<strong>di</strong>zie, urina, sterco o altre brutture, da solai, finestre e loggiati giù<br />

<strong>nel</strong>le strade e <strong>nel</strong>le vie pubbliche ...<br />

Ma almeno qualche tentativo si faceva (1496, cap. 5).<br />

Stabilirono poi che coloro i quali possiedono ritane scorrenti <strong>nel</strong>le strade<br />

e specialmente <strong>nel</strong>la pubblica strada <strong>del</strong> maggiore borgo, siano obbligati a<br />

tenerle bene e in modo sufficiente coperte ... in modo che non emanino fetore<br />

ed i passanti non vedano le porcherie ...<br />

Del resto, anche ad <strong>Ivrea</strong> la situazione fognaria non era molto migliore.<br />

Chi ha seguito il mio corso <strong>del</strong>l’anno passato, forse ricorderà un capitolo degli<br />

Statuti <strong>del</strong> 1329, relativo all’argomento. Vale la pena <strong>di</strong> rileggerlo, in quanto<br />

completa il quadro, non certo gradevole, sin qui <strong>del</strong>ineato.<br />

Stabilirono poi ed or<strong>di</strong>narono che qualunque persona abbia o abbia<br />

avuto una cloaca o una latrina, la cui poltiglia puzzolente scorra in una via o<br />

strada pubblica, sia tenuta a bloccarla convogliandola in un canaletto sigillato<br />

in modo che non si spandano per la strada né lo sterco né la puzza. Quando<br />

però piove forte, sia permesso a chiunque aprire le latrine perché si puliscano e<br />

si lavino e dopo siano subito chiuse. E ancora, tutti quelli che hanno fori <strong>di</strong><br />

scarico attraverso i quali scorrano o possano scorrere acqua o sconcezze <strong>di</strong><br />

vario tipo e riversarsi <strong>nel</strong>le strade o vie pubbliche e <strong>nel</strong>la casa <strong>di</strong> Gran<strong>di</strong> e <strong>nel</strong>la<br />

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