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Pagine di vita nel Canavese del basso Medioevo - Uni3 Ivrea

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salvo che abbia commesso tali cose per <strong>di</strong>fendersi in maniera moderata e<br />

senza eccesso, <strong>nel</strong> qual caso non sarà passibile <strong>di</strong> alcuna pena.<br />

Altra arma da duello o da guerra era la plombata: si trattava <strong>di</strong> una<br />

clava o mazza, fornita, ad una estremità, <strong>di</strong> piombo. La nominano gli Statuti <strong>di</strong><br />

Agliè (1448, cap. 36), <strong>di</strong> Barbania (sec. XV, cap. 28) e <strong>di</strong> Lessolo (1430, cap.<br />

1). A Barbania compare anche la lancem exglaverinam, che il Frola definisce<br />

“chiaverina, arma d’asta, a doppio taglio, detta poi partigiana”. Era, in<br />

sostanza, una sorta <strong>di</strong> alabarda. Alla stessa tipologia <strong>di</strong> armi apparteneva la<br />

ronca, il “roncone”, “arma in asta, specie <strong>di</strong> grossa roncola, fornita <strong>di</strong> una<br />

punta e <strong>di</strong> due uncini volti in <strong>basso</strong>” (Devoto-Oli). È citata ad Alice (1514, cap.<br />

47). Con il nome <strong>di</strong> falchinum è nominata ad Agliè (1448, cap. 37).<br />

Da notare che, almeno <strong>nel</strong> centro abitato, era vietato portare armi. Lo<br />

riba<strong>di</strong>scono gli Statuti <strong>di</strong> vari luoghi: leggiamo solo un capitolo <strong>di</strong> quelli <strong>di</strong><br />

Albiano (1429, cap. 13) ed un altro <strong>di</strong> quelli <strong>di</strong> Pont e Vallo (1346, cap. 66).<br />

Nessuna persona <strong>di</strong> Albiano, né <strong>di</strong> altri luoghi, si azzar<strong>di</strong> a portare armi<br />

da offesa <strong>nel</strong> centro abitato <strong>di</strong> Albiano. Chi contravverrà, pagherà ogni volta<br />

una multa <strong>di</strong> 10 sol<strong>di</strong>, se <strong>di</strong> giorno, <strong>di</strong> 20 sol<strong>di</strong> se <strong>di</strong> notte. Fa eccezione il<br />

“cutello de galono”.<br />

Quest’ultimo era un coltello corto, da coscia, meno letale,<br />

evidentemente, <strong>di</strong> altre armi più lunghe.<br />

Pont: Stabilirono poi ed or<strong>di</strong>narono che nessuno <strong>di</strong> Pont o <strong>del</strong><br />

circondario o <strong>di</strong> qualunque altro luogo possa portare <strong>nel</strong> borgo <strong>di</strong> Pont alcuna<br />

arma da offesa, fuorché il “cutellum de galono” e il coltello piccolo per tagliare<br />

il pane, sotto pena <strong>di</strong> 10 sol<strong>di</strong> viennesi per ognuno e per ogni volta. La<br />

<strong>di</strong>sposizione non riguarda i gastal<strong>di</strong> e gli ufficiali e i messi dei predetti signori.<br />

Fin qui si è parlato <strong>di</strong> armi. Gli Statuti però nominano anche molti altri<br />

attrezzi che nascevano con ben <strong>di</strong>versa funzione, pur se al bisogno servivano<br />

da armi improprie.<br />

Statuti <strong>di</strong> Balangero (1391, cap. 33).<br />

Si stabilì che se qualcuno ruberà un “cultrum massarij” o una “celoria”<br />

<strong>di</strong> un altro, pagherà <strong>di</strong>eci sol<strong>di</strong> <strong>di</strong> multa e rimborserà il danno.<br />

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