Pagine di vita nel Canavese del basso Medioevo - Uni3 Ivrea
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Vargni = pino.<br />
Vernas = ontano, in piemontese vèrna.<br />
Una menzione a parte merita la canapa, la cui coltivazione era tanto<br />
<strong>di</strong>ffusa <strong>nel</strong>la nostra regione, da far nascere la falsa credenza che il <strong>Canavese</strong><br />
avesse preso da lei il suo nome, mentre deriva dal toponimo Caneva, piccolo<br />
centro da cui, dopo la sua <strong>di</strong>struzione, nascerà Cuorgnè. La corteccia <strong>del</strong>la<br />
canapa forniva la principale fibra tessile <strong>di</strong> origine vegetale, da cui durante<br />
centinaia <strong>di</strong> anni, e fino al secolo scorso, si ottennero telerie per la casa e la<br />
persona. Molti <strong>di</strong> voi ricorderanno le varie fasi <strong>del</strong>la lavorazione, da quando i<br />
fusti venivano posti a macerare in apposite fosse, per passare all’asciugatura<br />
ed all’essiccazione in apposite zone <strong>del</strong>l’aia, chiamate “canavere”, al<br />
successivo <strong>di</strong>stacco <strong>del</strong>le fibre corticali, operazione che vedeva tutta la famiglia<br />
impegnata a “dastié la caona”, alla pestatura <strong>nel</strong>le “piste”, alla filatura ed<br />
infine alla tessitura. Forse qualcuno <strong>di</strong> voi ha ancora in casa <strong>del</strong>le lenzuola <strong>di</strong><br />
tela <strong>di</strong> canapa, ruvide ma assai riposanti, o conserva come un cimelio camicioni<br />
o mutandoni, sempre in tela <strong>di</strong> canapa, residuo <strong>di</strong> atavici corre<strong>di</strong>...<br />
Ed ora giungiamo ad una parte importante <strong>di</strong> questa lezione, cioè quella<br />
de<strong>di</strong>cata alla vigna ed al vino.<br />
Abbiamo visto che costituente principale <strong>del</strong> sostentamento <strong>del</strong>l’uomo<br />
me<strong>di</strong>evale erano le granaglie.<br />
Riguardo il <strong>Canavese</strong>, quasi altrettanto importanti erano rape e<br />
castagne. Pur aggiungendovi gli ortaggi e qualche poco <strong>di</strong> carne fornita dagli<br />
animali domestici o dalla selvaggina, l’alimentazione non era né abbondante né<br />
ricca, quin<strong>di</strong>, in particolare per chi era impegnato in lavori pesanti, come<br />
l’agricoltura e l’e<strong>di</strong>lizia, era necessaria un’integrazione calorica, che poteva<br />
essere data dall’alcol contenuto <strong>nel</strong> vino. Per questo motivo, tutti i proprietari<br />
terrieri riservavano una parte <strong>del</strong> loro appezzamento alla coltivazione <strong>del</strong>la<br />
vite.<br />
Leggiamo alcuni passi da “La grande storia <strong>del</strong> Piemonte” (ed. Bonechi,<br />
2006 – pagg. 112-113).<br />
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