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Pagine di vita nel Canavese del basso Medioevo - Uni3 Ivrea

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castellata <strong>di</strong> Rivara, <strong>del</strong> XV secolo, e <strong>di</strong> Valperga (1350, cap. 85). Era una<br />

<strong>di</strong>sposizione saggia, poiché impe<strong>di</strong>va il sorgere <strong>di</strong> chissà quali contrasti per<br />

impadronirsi <strong>di</strong> tali beni.<br />

Ma, a parte queste intrusioni o altre <strong>di</strong> carattere fiscale, la <strong>vita</strong> <strong>del</strong>le<br />

famiglie popolane non era più traumatizzata da brutali pretese dei signori o<br />

signorotti locali. Molte erano però le <strong>di</strong>sposizioni statutarie riguardanti i<br />

rapporti all’interno <strong>del</strong>la famiglia, che, quantunque frammentarie ed assai<br />

<strong>di</strong>sorganiche, ci permettono <strong>di</strong> avere un’idea <strong>di</strong> quale fosse allora il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong><br />

famiglia.<br />

La donna è al centro <strong>di</strong> una lunghissima serie <strong>di</strong> prescrizioni, a volte per<br />

noi <strong>del</strong> tutto inaccettabili, perché basate sul concetto <strong>del</strong>l’inferiorità <strong>del</strong>la donna<br />

rispetto all’uomo.<br />

La dote, ad esempio. Chi prendeva moglie voleva avere una sorta <strong>di</strong><br />

garanzia <strong>di</strong> non combinare un cattivo affare, quin<strong>di</strong> la donna doveva portare<br />

con sé una certa quantità <strong>di</strong> beni mobili, costituiti in gran parte dal “corredo”,<br />

biancheria per la casa, capi <strong>di</strong> vestiario e simili, i quali non erano <strong>del</strong> tipo “usa<br />

e getta”, così corrente ai giorni nostri, bensì dovevano possedere il requisito <strong>di</strong><br />

una durata tale da poter ad<strong>di</strong>rittura essere lasciati in preziosa ere<strong>di</strong>tà. A volte<br />

<strong>nel</strong>la dote entravano anche beni immobili o censi, cioè <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> godere i frutti<br />

<strong>di</strong> terreni, case e simili.<br />

Di questi beni, generalmente, il marito <strong>di</strong>ventava non proprio il padrone,<br />

ma un amministratore dai larghissimi poteri.<br />

L’argomento “dote” era sovente legato ad un altro campo in cui si<br />

<strong>di</strong>mostrava la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> inferiorità <strong>del</strong>la donna: le successioni ere<strong>di</strong>tarie.<br />

ere<strong>di</strong>tà.<br />

Prenderemo ora in considerazione alcuni capitoli concernenti dote ed<br />

A Pavone (sec. XIV, cap. 121) si stabilisce che<br />

...nessuna moglie o figlia fornita <strong>di</strong> dote dal padre o dalla madre, da un<br />

nonno o da una nonna, da un fratello o da una sorella potrà succedere al<br />

padre, alla madre, al nonno, alla nonna, al fratello o alla sorella morti senza<br />

testamento se esistono figli maschi legittimi e naturali...<br />

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