Pagine di vita nel Canavese del basso Medioevo - Uni3 Ivrea
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6 – Vita quoti<strong>di</strong>ana 2: abitazioni, feste, <strong>di</strong>vertimenti, giochi, funzioni<br />
religiose come svago.<br />
La scorsa lezione abbiamo incominciato ad entrare <strong>nel</strong>la quoti<strong>di</strong>anità<br />
<strong>del</strong>la gente comune. Oggi amplieremo il quadro, cercando <strong>di</strong> figurarci, con<br />
l’aiuto degli Statuti e <strong>di</strong> qualche altro documento, l’ambiente in cui essa<br />
viveva: la casa, il paese con la sua misera topografia ed i suoi carenti servizi<br />
igienici, ed ancora i <strong>di</strong>vertimenti, i giochi, assai scarsi, per la verità, le feste, le<br />
funzioni religiose.<br />
Partiamo dalle opere <strong>di</strong> urbanizzazione. Noi ci lamentiamo sovente <strong>del</strong>lo<br />
stato <strong>di</strong> trascuratezza in cui si trovano le strade <strong>del</strong>le nostre città e dei nostri<br />
paesi con il fondo <strong>di</strong>ssestato e non sempre pulite come si vorrebbe;<br />
l’acquedotto talvolta inquinato, le fognature invocanti lavori <strong>di</strong> spurgo o<br />
rifacimento, l’illuminazione stradale insufficiente, malgrado il carico <strong>di</strong> imposte<br />
e tasse che fa arrabbiare i contribuenti. Se una qualunque persona <strong>di</strong> allora,<br />
plebea o nobile, ricca o pezzente, capitasse <strong>nel</strong> più misero dei nostri paesi, a<br />
parte le inconcepibili meraviglie introdotte <strong>nel</strong>la <strong>vita</strong> quoti<strong>di</strong>ana dalla scienza<br />
moderna, le sembrerebbe <strong>di</strong> essere capitato in un luogo para<strong>di</strong>siaco, dove la<br />
<strong>vita</strong> scorre facile e felice.<br />
Mi viene in mente a questo proposito il curioso romanzo “Un Americano<br />
alla corte <strong>di</strong> re Artù” scritto dal grande umorista Samuel Clemens, più noto<br />
come Mark Twain [1835-1910], in cui immagina che per un misterioso caso un<br />
suo contemporaneo venga trasportato appunto alla corte <strong>del</strong> leggendario re<br />
Artù, conservando però tutte le sue conoscenze teorico-pratiche <strong>di</strong> uomo<br />
<strong>del</strong>l’Otto e <strong>del</strong> Novecento, e creando paura, meraviglia e quasi senso <strong>di</strong><br />
adorazione in quei mitici uomini.<br />
Ma non <strong>di</strong>vaghiamo oltre.<br />
Se qualcuno <strong>di</strong> voi ha seguito il mio corso tenuto <strong>nel</strong>l’anno accademico<br />
1999-2000, riguardante la <strong>vita</strong> quoti<strong>di</strong>ana ad <strong>Ivrea</strong> nei primi decenni <strong>del</strong><br />
Trecento, ricorderà forse in quale degrado si trovasse quella che era la<br />
maggiore città <strong>del</strong> <strong>Canavese</strong> e una <strong>del</strong>le più cospicue dei domini cisalpini dei<br />
Savoia. Basti <strong>di</strong>re <strong>del</strong>le strade urbane, qualcuna con un selciato, generalmente<br />
<strong>di</strong> mattoni, ma in gran parte in terra battuta, percorse da canaletti <strong>di</strong> scolo, in<br />
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