Pagine di vita nel Canavese del basso Medioevo - Uni3 Ivrea
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Statuti <strong>di</strong> Strambino <strong>del</strong> 1438, capitoli dal n. 83 al n. 86.<br />
Si stabilì poi che se qualcuno taglierà o farà tagliare in una piantagione<br />
o in una vigna <strong>del</strong>le viti, paghi ogni volta e per ogni vite 5 sol<strong>di</strong>, ed altrettanti<br />
come ammenda per il danno a chi lo ha subito, e anche <strong>di</strong> più se il danno sarà<br />
superiore. Questa <strong>di</strong>sposizione vale se il fatto sarà avvenuto <strong>di</strong> giorno e se il<br />
danno sarà inferiore a <strong>di</strong>eci sol<strong>di</strong>; se sarà superiore, chiunque sia il colpevole<br />
pagherà, a chi ha subito il danno, per ogni vite 10 sol<strong>di</strong>, se <strong>di</strong> giorno e il doppio<br />
se <strong>di</strong> notte, ed altrettanto per ammenda, e anche <strong>di</strong> più, se il danno sarà<br />
maggiore.<br />
Si stabilì poi che se qualcuno taglierà un albero fruttifero pagherà per<br />
ogni albero 5 sol<strong>di</strong> e altrettanti per ammenda a chi ha subito il danno, e ancor<br />
<strong>di</strong> più se il danno sarà maggiore. La stessa pena toccherà a chi lo sra<strong>di</strong>cherà, lo<br />
scorteccerà o lo farà morire, salvo che si tratti <strong>di</strong> noci.<br />
I noci, infatti, erano pregiati, non solo per la qualità <strong>del</strong> loro legno, ma<br />
soprattutto perché i loro frutti costituivano un grande complemento<br />
<strong>del</strong>l’alimentazione e, spremuti, davano un olio <strong>di</strong> largo utilizzo in cucina. Le<br />
pene erano dunque più severe.<br />
Ma anche gli alberi non da frutto erano tutelati.<br />
...se qualcuno taglierà o sra<strong>di</strong>cherà o scorteccerà qualche albero che<br />
non reca frutti, pagherà 5 sol<strong>di</strong> per ogni albero, ed altrettanti come rimborso a<br />
chi ha subito il danno, ed anche <strong>di</strong> più se il danno sarà maggiore.<br />
Ad Azeglio (statuti forse <strong>del</strong> XIV secolo) al capitolo 4 si legge una<br />
curiosa <strong>di</strong>sposizione, che vieta <strong>di</strong> tagliare o far tagliare sul proprio terreno o su<br />
quello <strong>di</strong> altri i vimini dei salici per legare le viti prima <strong>del</strong>l’inizio <strong>del</strong> nuovo<br />
anno, pena la solita multa <strong>di</strong> 5 sol<strong>di</strong> oltre ad una pari ammenda per rimborsare<br />
chi ha subito il danno. Chiunque potrà presentare denuncia, ricevendo la terza<br />
parte <strong>del</strong> denaro. Se il reato verrà commesso nei posse<strong>di</strong>menti dei Signori, la<br />
multa sarà <strong>di</strong> 60 sol<strong>di</strong>.<br />
A Lessolo, (statuti <strong>del</strong> 1430, al cap. 127) spogliare dei vimini una pianta<br />
<strong>di</strong> salice <strong>di</strong> qualcun altro costava do<strong>di</strong>ci denari.<br />
I vimini dei salici avevano molteplici impieghi: non solo se ne<br />
costruivano cesti <strong>di</strong> varie fogge, misure e usi, ma servivano, e servono tutt’ora,<br />
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