Pagine di vita nel Canavese del basso Medioevo - Uni3 Ivrea
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Negli Statuti <strong>di</strong> Caravino (1480, cap. 36) si legge: Se qualcuno porterà<br />
via dalle vigne, dalle piantagioni e dai poderi degli uomini <strong>di</strong> Caravino una<br />
manciata <strong>di</strong> uva, pagherà cinque sol<strong>di</strong> <strong>di</strong> multa, se ne porterà via in maggior<br />
quantità, pagherà <strong>di</strong>eci sol<strong>di</strong>; se poi ne porterà via con una “cabanea”...<br />
pagherà venti sol<strong>di</strong>; se poi qualcuno prenderà e porterà via noci <strong>di</strong> un altro in<br />
piccola quantità, pagherà due sol<strong>di</strong> <strong>di</strong> multa; se le prenderà e le porterà via<br />
con una “cabanea”, una “tasca” [sacchetto] o un sacco pagherà ogni volta<br />
cinque sol<strong>di</strong> ed in tutti i casi sopraelencati sarà tenuto a pagare un’ammenda<br />
per rimborsare il danno.<br />
Qualcosa <strong>di</strong> simile a Lessolo (St. <strong>del</strong> 1430, cap. 128): Si stabilì che<br />
nessuna persona debba raccogliere castagne o noci altrui sotto pena <strong>di</strong> cinque<br />
sol<strong>di</strong>, se sarà trovato con un sacco o un “cabaneo”; se ne sarà privo, pagherà<br />
due sol<strong>di</strong>, e altrettanti per ammenda, ed ancora <strong>di</strong> più se il danno sarà<br />
maggiore.<br />
Negli stessi Statuti <strong>di</strong> Lessolo (cap.91) si legge: Si stabilì che se<br />
qualcuno prenderà “aliquas asias” [= dei recipienti] dalla carbonaia <strong>di</strong> un altro,<br />
costruita o forgiata per produrre carbone, pagherà per ogni recipiente due sol<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> giorno e il doppio <strong>di</strong> notte. E se da quella carbonaia avrà rubato <strong>del</strong> carbone<br />
già fatto, pagherà per ogni sacco o vaglio o cesto sessanta sol<strong>di</strong> <strong>di</strong> giorno e il<br />
doppio <strong>di</strong> notte. E per ogni cavallata, <strong>di</strong>eci libbre, e rifonda il danno a chi lo ha<br />
subito.<br />
La “cavallata” era la quantità <strong>di</strong> roba che un cavallo poteva portare in<br />
un unico carico.<br />
Negli Statuti <strong>di</strong> Chivasso (1437, cap. 15) si legge: tutte le persone che<br />
portano a mano o conducono a dorso <strong>di</strong> animali corbelli <strong>di</strong> uva da vendere,<br />
siano tenuti e debbano venderla <strong>nel</strong>la piazza <strong>di</strong> Chivasso dove si suole vendere<br />
l’uva e non altrove, sotto pena <strong>di</strong> 5 sol<strong>di</strong> imperiali e <strong>del</strong>la per<strong>di</strong>ta <strong>del</strong>l’uva, e la<br />
stessa pena a quelli che l’acquistano fuori dal luogo consentito.<br />
Questo capitolo ci sgombra la mente dal sospetto che i vari tipi <strong>di</strong> ceste<br />
sin qui nominati fossero semplicemente strumenti <strong>del</strong> mestiere per i ladri,<br />
mentre in realtà rendevano molti altri servigi più nobili al duro lavoro agricolo.<br />
Perciò i cestai che le costruivano godevano <strong>di</strong> un certo prestigio presso i<br />
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