Pagine di vita nel Canavese del basso Medioevo - Uni3 Ivrea
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Statuti <strong>di</strong> S. Benigno (1318, cap. 52).<br />
Si stabilì poi che la pecora che sta per partorire, <strong>nel</strong> giorno in cui<br />
partorisce, oppure una capra, oppure una bestia ammalata, <strong>nel</strong> primo giorno in<br />
cui cade ammalata, non paghi multa.<br />
Statuti <strong>di</strong> San Giorgio (1343, cap. 47).<br />
Stabilirono poi che qualunque pecora [feja, come in piemontese] sarà<br />
trovata <strong>nel</strong>l’alteno <strong>di</strong> un altro, pagherà [ovviamente il proprietario] per ognuna<br />
e per ogni volta 12 denari ed altrettanti per ammenda, e <strong>di</strong> più, se il danno<br />
sarà maggiore, e per un gregge 10 sol<strong>di</strong>, e altrettanti <strong>di</strong> ammenda, e <strong>di</strong> più, se<br />
il danno sarà maggiore, e s’intenda per gregge dai <strong>di</strong>eci capi in su ..... e per<br />
ogni bestia bovina 5 sol<strong>di</strong> [evidentemente le pecore danneggiavano più <strong>del</strong>le<br />
mucche!] e se in quell’alteno ci sarà qualcosa <strong>di</strong> seminato si raddoppierà la<br />
multa e questo significa che pagherà il doppio.<br />
A Verolengo (Statuti <strong>del</strong> XIII secolo, cap. 126), le pecore, assieme ad<br />
altri animali, sono passibili <strong>di</strong> multa per un altro tipo <strong>di</strong> reato.<br />
Si stabilì poi e si or<strong>di</strong>nò che se qualche bestia bovina o equina e asinina<br />
attraverserà i fossati che sono stati costruiti per fortificare e <strong>di</strong>fendere il<br />
territorio <strong>di</strong> Verolengo, paghi ognuna e ogni volta un soldo imperiale, e<br />
qualunque bestia ovina e caprina sei denari, e ogni gregge <strong>di</strong> pecore 5 sol<strong>di</strong> e<br />
qualunque persona possa apertamente presentare accusa sotto giuramento.<br />
Altre volte sono le capre a far da capofila ad animali danneggianti.<br />
Statuti <strong>di</strong> San Benigno (1318, cap. 39).<br />
Si stabilì poi che nessuna capra o altra bestia pascoli fra le piante, in un<br />
bosco ceduo o nei boschi ban<strong>di</strong>ti [segnalati con recinti o con le “guife”]. Il<br />
contravventore pagherà per ogni bestia 6 denari, ed altrettanti <strong>di</strong> ammenda.<br />
Neppure a Lessolo (1430, cap. 46) le capre erano molto ben viste, ma<br />
erano tollerate solo, si <strong>di</strong>rebbe, per fini umanitari. Fin dal titolo, il capitolo è<br />
categorico.<br />
Nessuno può tenere capre al <strong>di</strong> qua <strong>del</strong>l’Assa.<br />
Si stabilì poi che nessuno si azzar<strong>di</strong> ed abbia l’arbitrio <strong>di</strong> tenere né, in<br />
un modo o <strong>nel</strong>l’altro, <strong>di</strong> pascolare <strong>del</strong>le capre sul territorio <strong>di</strong> Lessolo, cioè al <strong>di</strong><br />
qua <strong>del</strong> torrente Assa, sotto pena, ogni volta e per ogni capra, <strong>di</strong> due sol<strong>di</strong>,<br />
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