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Infezioni delle vie urinarie nell'adulto - SNLG-ISS

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<strong>Infezioni</strong> <strong>delle</strong> <strong>vie</strong> <strong>urinarie</strong> nell’adulto. Linea guida regionale<br />

Quesito 1.<br />

Quali misure preventive possono essere implementate<br />

per ridurre l’incidenza di IVU<br />

Le infezioni del tratto urinario si verificano più frequentemente nelle donne (prevalenza<br />

3-4 volte superiore rispetto agli uomini della stessa fascia di età), nelle donne<br />

sessualmente attive (4-5 volte maggiore rispetto alle suore) - in particolare in quelle che<br />

utilizzano il diaframma, gli spermicidi e che non hanno l’abitudine di urinare dopo<br />

i rapporti sessuali (University of Michigan Health System, 2005), nelle donne diabetiche<br />

(3-4 volte superiore rispetto alle non diabetiche), nelle persone anziane, ricoverate,<br />

e portatrici di catetere (la prevalenza aumenta di 3-6% per ogni giorno di catetere in più)<br />

(Scottish Intercollegiate Guidelines Network, 2006). I microrganismi infatti, anche se<br />

possono diffondere per via ematica o linfatica, raggiungono il tratto urinario più spesso<br />

seguendo la via ascendente attraverso l’uretra: questo spiega la maggiore prevalenza<br />

di infezione nelle donne, specie se sessualmente attive, e nei portatori di catetere.<br />

In diversi studi osservazionali è stata descritta l’associazione fra alcune abitudini<br />

e l’aumentato rischio di IVU: assumere pochi liquidi durante la giornata, non svuotare<br />

la vescica con regolarità e trattenere le feci sono risultati significativamente più frequenti<br />

in un gruppo di ragazze svizzere con IVU ricorrenti rispetto a un gruppo di controllo<br />

(Stauffer et al., 2004). L’elevato numero di rapporti sessuali e l’utilizzo del diaframma<br />

- ma non la ridotta assunzione di liquidi - risultavano invece essere significativamente più<br />

frequenti in un gruppo di studentesse universitarie americane rispetto a un gruppo di<br />

controllo sano e a un gruppo con infezioni <strong>delle</strong> alte <strong>vie</strong> respiratorie (Remis et al., 1987).<br />

Sulla base di queste osservazioni e di una plausibilità biologica, nel tempo si è diffusa fra<br />

i professionisti l’abitudine di fornire raccomandazioni inerenti lo stile di vita con lo scopo<br />

di prevenire o ridurre l’incidenza <strong>delle</strong> IVU: urinare dopo i rapporti sessuali e aumentare<br />

l’assunzione di liquidi sono fra quelle più frequentemente citate. Le linee guida consultate<br />

e una revisione apparsa su Clinical Evidence concludono che, in assenza di prove di<br />

efficacia, i professionisti non dovrebbero fornire questo tipo di raccomandazioni (Scottish<br />

Intercollegiate Guidelines Network, 2006; Sen, 2008). Non tutti sono però d’accordo<br />

(University of Michigan Health System, 2005). C’è invece concordanza maggiore nello<br />

sconsigliare l’utilizzo di diaframma o spermicida come mezzo contraccettivo (Scottish<br />

Intercollegiate Guidelines Network, 2006; University of Michigan Health System, 2005).<br />

Questi metodi contraccettivi sono peraltro poco diffusi fra le donne che risiedono in<br />

Italia.<br />

C<br />

Dossier 190<br />

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