Infezioni delle vie urinarie nell'adulto - SNLG-ISS
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<strong>Infezioni</strong> <strong>delle</strong> <strong>vie</strong> <strong>urinarie</strong> nell’adulto. Linea guida regionale<br />
Quesito 6.<br />
Nelle donne in gravidanza con batteriuria asintomatica,<br />
quale schema antibiotico (molecole, dosi, tempi)<br />
indicare<br />
Le linee guida scozzesi raccomandano di considerare, nella scelta dell’antibiotico, il<br />
quadro <strong>delle</strong> resistenze locali, e scegliere la molecola più sicura in gravidanza, più<br />
efficace e meno costosa; in mancanza di studi che comparino terapie di diversa durata,<br />
raccomandano inoltre di prolungare la terapia per 3-7 giorni (Scottish Intercollegiate<br />
Guidelines Network, 2006). Gli americani raccomandano una terapia di 3-7 giorni non<br />
specificando la molecola da utilizzare (Nicolle et al., 2005). Una ricerca supplementare di<br />
linee guida prodotte da società scientifiche di ostetricia-ginecologia ha fornito i seguenti<br />
risultati: i finlandesi raccomandano la nitrofurantoina, le cefalosporine e la mecillina<br />
(Finnish Medical Society Duodecim, 2007). Il Ministero della salute di Singapore indica<br />
invece, similmente agli scozzesi, di basarsi sul quadro locale <strong>delle</strong> resistenze e del profilo<br />
di sicurezza degli antibiotici in gravidanza (Singapore Ministry of Health, 2006).<br />
Studi primari non indicherebbero peraltro la presenza di effetti teratogeni in donne che<br />
durante la gravidanza avevano assunto antibiotici per il trattamento di IVU: uno studio<br />
caso-controllo ungherese su oltre 22.000 feti/neonati malformati e quasi 40.000 controlli<br />
ha dimostrato che non c’è differenza in termini di esposizione ad antibiotici ed episodi di<br />
IVU nella madre durante la gravidanza fra i casi e i controlli (Bánhidy et al., 2006). Da<br />
una revisione della letteratura più generale sull’utilizzo di antibiotici in gravidanza e<br />
allattamento risulta che gli unici farmaci sconsigliati in gravidanza sono i fluorochinoloni e<br />
le tetracicline, mentre aminoglicosidi, macrolidi, e sulfonamidi risultano sicuri (Chin et al.,<br />
2001). Un documento del gruppo di Toronto che si occupa di valutazione del rischio in<br />
gravidanza con il programma Motherisk indica come sicuri in gravidanza i seguenti<br />
farmaci per il trattamento <strong>delle</strong> IVU: penicilline, cefalosporine e nitrofurantoina. Il rischio<br />
di anemia emolitica fetale derivante dall’uso di nitrofurantoina in prossimità del parto<br />
<strong>vie</strong>ne definito raro. Viene invece sconsigliato il ricorso al trimetoprim sulfametoxazolo.<br />
Lo stesso documento sconsiglia il ricorso ai fluorchinoloni in gravidanza per la terapia<br />
<strong>delle</strong> IVU non complicate, non per un problema di teratogenità che secondo gli autori è<br />
documentata solo in studi su animali mentre sarebbe rara negli esseri umani, ma per<br />
l’aumento <strong>delle</strong> resistenze a questa classe di antibiotici (Lee et al., 2008).<br />
Nella realtà regionale, in caso di diagnosi di batteriuria asintomatica in gravidanza e<br />
coerentemente con le indicazioni <strong>delle</strong> linee guida identificate si ricorre solitamente alla<br />
terapia antibiotica con nitrofurantoina (50-100 mg 4 volte al giorno per 7 giorni). Questa<br />
terapia appare infatti sicura in gravidanza (Lee et al., 2008) ed efficace (percentuale di E.<br />
coli isolati in regione sensibili a questa molecola pari a 95,9% nelle donne di età inferiore<br />
ai 65 anni con colture ambulatoriali) (Gagliotti et al., 2009). In caso di problemi di<br />
adesione alla terapia, o se la donna ha un difetto di G6PD, o se si è prossimi al termine<br />
della gravidanza (controindicazione relativa all’uso della nitrofurantoina per il rischio<br />
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Dossier 190<br />
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