Infezioni delle vie urinarie nell'adulto - SNLG-ISS
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<strong>Infezioni</strong> <strong>delle</strong> <strong>vie</strong> <strong>urinarie</strong> nell’adulto. Linea guida regionale<br />
l’urinocoltura con raccolta da mitto intermedio ha un’elevata possibilità di<br />
contaminazione: le linee guida raccomandano di eseguire l’urinocoltura su due campioni<br />
di urine successivi (Gratacós et al., 1994; Nicolle et al., 2005; Scottish Intercollegiate<br />
Guidelines Network, 2006). La percentuale di falsi positivi di una urinoclotura eseguita su<br />
singolo campione è pari a 40% (Campbell-Brown et al., 1987; Gratacós et al., 1994).<br />
In caso di negatività del primo controllo in gravidanza non ci sono studi sufficienti per<br />
raccomandare o meno la ripetizione di esami colturali nei controlli successivi. La<br />
frequenza di pielonefrite in donne gravide risultate negative al primo controllo e non più<br />
rivalutate è infatti compresa fra 0,31% (Gratacós et al., 1994) e 2% (Brumfitt, 1975;<br />
Condie et al., 1968), inferiore alla frequenza di pielonefrite nelle donne positive allo<br />
screening e trattate opportunamente con antibiotico (da 2,8% a 6%).<br />
Pazienti con batteriuria asintomatica al momento dell’intervento sottoposti a<br />
prostatectomia transuretrale hanno un rischio aumentato di sviluppare batteriemia<br />
e sepsi subito dopo l’intervento (prevalenza dopo l’intervento rispettivamente di 60%<br />
e 10%) (Grabe, 1987). Dal momento che alcuni trial hanno dimostrato l’efficacia del<br />
trattamento antibiotico nel prevenire sepsi e batteriemie in questo gruppo specifico di<br />
pazienti (Allan, Kumar, 1985; Grabe et al., 1984; Grabe et al., 1987; Olsen et al., 1983)<br />
le linee guida raccomandano, in questi casi, l’esecuzione dello screening per batteriuria<br />
asintomatica prima dell’intervento (Nicolle et al., 2005).<br />
Meno evidenze esistono invece a supporto dello screening nei pazienti che devono essere<br />
sottoposti a procedure sul tratto genitourinario con elevato rischio di sanguinamento<br />
della mucosa (non si intende quindi il posizionamento, rimozione o sostituzione del<br />
catetere urinario): sulla base di studi osservazionali e consenso di esperti, una sola <strong>delle</strong><br />
linee guida consultate raccomanda di eseguire lo screening anche in questo sottogruppo<br />
specifico di pazienti (Nicolle et al., 2005).<br />
Non sono state identificate invece prove di efficacia relative alla pratica diffusa in Emilia-<br />
Romagna di eseguire l’urinocoltura nei pazienti da sottoporre a intervento artroscopico.<br />
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Dossier 190<br />
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