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gurato questo ambiente in modo rassicurante, per esperienze comunitarie<br />
che si immaginano serene. L’opposto, per dire, della Grotta di<br />
Cagnano Varano, che sembra plasmata da un turbine violento e in qualche<br />
misura malevolo, come se Michele si fosse dovuto conquistare lo<br />
spazio in lotta contro gli spiriti d’inferno; e per questo vi lascia qua<br />
un’ala, là un’orma. Ed è la sua prima abitazione sul Gargano.<br />
Avanziamo nell’umidità con qualche domanda in mente. Che cosa attira<br />
noi uomini antichi nelle grotte? A parte il naturale riparo, sembrano<br />
risucchiati perso l’interno buio e inabitabile. E che cosa scatta in noi<br />
quando vi avvertiamo la presenza di acqua, sotto forma di pozza o di<br />
sgocciolio o di fiume o di fonte? E le emozioni che proviamo nel procedere<br />
nella caverna: il repentino silenzio, l’ascolto interno delle proprie<br />
pulsazioni, l’umidità; la protezione. Più sottile di tutto: la sensazione<br />
di procedere verso un punto finale, cioè iniziale. Là dove la generazione<br />
avviene di nuovo. E l’acqua? Se la grotta è un utero di Gaia, è<br />
naturale che vi sia l’umidità. Ne avrebbe convenuto anche Talete: l’acqua<br />
principio di tutte le cose è giusto che sia là dove la vita prende l’avvio.<br />
A un certo punto si profila una specie di velopendulo, e poi tre diramazioni.<br />
Ma a un muretto di sassi Michele ci blocca: non expedit inoltrarsi.<br />
Dal soffitto pendono finissime stalattiti umide, come fanoni di una<br />
piccola balena. Ci sono dei graffiti anche, delle tracce rosse, delle pietre<br />
verdi di lichene.<br />
Quale divinità verrà incontro a noi pellegrini di caverne senza inizio?<br />
Ad Apuleio è stata fatta la rivelazione: “Lucio, sono qua, richiamata<br />
dalle tue preghiere. Sono la Natura madre di tutte le cose, signora di<br />
tutti gli elementi, principio e generazione dei secoli, la più grande dei<br />
Numi, la regina dei Mani, la prima fra i Celesti, forma tipica degli Dei<br />
e delle Dee, che governano al mio cenno le luminose vette del cielo, le<br />
salutari brezze marine, i piangenti silenzi degli inferi. Il mio nome è<br />
oggetto di culto in tutto il mondo, seppure sotto diverse forme, con<br />
vario rito e con diverse denominazioni. I Frigi primi abitatori della terra<br />
mi chiamano la Madre degli Dei di Pessinunte (cioè Cibele); gli abitanti<br />
indigeni dell’Attica , Minerva Cecropia. Il mio nome è Afrodite di<br />
Pafo presso gli abitanti dell’isola di Cipro; Diana Dittina presso i<br />
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