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mappamondo, cioè la miglior rappresentazione della realtà, si dispone<br />
un ventaglio illimitato di modalità e tecnologie per raffigurare la Terra.<br />
Le carte che abbiamo più familiari derivano dal Planisfero di<br />
Mercatore, che fa sembrare enormi il Canada, la Groenlandia e la<br />
Siberia settentrionale, e lunghissimo il Cile, e non può rappresentare i<br />
poli perché, rispetto al punto di vista, si trovano all’infinito. Conviene<br />
fare due passi su Wikipedia alla voce ‘Proiezioni cartografiche’.<br />
Quello che ci colpisce è che mentre tutta l’antichità si è data un gran<br />
daffare per raggiungere figurazioni il più possibile realistiche – e infatti<br />
il Planisfero di Tolomeo, quello a forma di ventaglio rovesciato, è<br />
assai credibile _ , inoltrandosi nel Medioevo ci si allontana dalla rappresentazione<br />
del vero e si impongono le mappe simboliche. Non<br />
hanno nulla a che vedere con l’uso pratico: sono delle icone per illustrare<br />
una visione teologica del mondo. La forma più comune è una T<br />
inscritta in un cerchio, che dà origine a tre campi: l’Europa, l’Africa e<br />
l’Asia (l’Asia è in alto); al centro spesso c’è Gerusalemme; a volte si<br />
rappresentano il corso del Nilo o del Don, il Mediterraneo o il Mar<br />
Nero. Secondariamente, le mappe sono disegnate per rispondere al<br />
bisogno di meraviglie: ed ecco comparire il Paese di Gog e Magog, il<br />
Regno di Prete Gianni, i cieli danteschi, il Paradiso terrestre, le Isole di<br />
San Brandano, con animali strani e mostri assortiti secondo le varie<br />
regioni di pertinenza.<br />
Naturalmente la T che dà ordine e significato alla Terra è il segno della<br />
croce. A volte con appeso il serpente che salva chi lo guarda dal morso<br />
dell’altro serpente, l’antico ingannatore. A volte nella nudità cantata da<br />
Venanzio Fortunato con l’inno Vexilla regis prodeunt:<br />
“splende il mistero della croce<br />
per la quale la Vita patì la morte,<br />
e per mezzo della morte restituì la vita”.<br />
L’oggetto della raffigurazione, in queste mappe, è un manifesto cosmico<br />
e non ha nulla a che vedere con le valigie, gli orari dei treni o i last<br />
minute per il Mar Rosso. Eccetto forse l’universo a forma di baule<br />
immaginato dal folle bizantino Cosmas Indicopleustes; ma non saran-<br />
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