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Forse è mia moglie Jolanda che si vendica. Aveva la stessa età, tredici<br />

anni, quando la sposai e m’innamorai della sua accompagnatrice.<br />

Anais. Spero che Costanza, anzi Anna, sappia evitare lo scontro.<br />

Diventerà una buona diplomatica come me? No, non riesco a seguire il<br />

filo dei ricordi. Il dolore di ventre mi sale sù a ondate e mi stringe le<br />

tempie. Sarà dura uscire da questa affezione. Dovrei anche mangiare<br />

qualcosa, ma non ci posso nemmeno pensare. Forse qualche frutto.<br />

Delle pere.<br />

Sì, Costanza è un nome fausto per me. Anche la città di Costanza, sul<br />

lago: è stata la chiave della mia vita. Era il 1212. Arrivammo di notte,<br />

come un piccolo gruppo di avventurieri meridionali. In palio c’era la<br />

corona di Germania. Ottone di Brunswick era già stato incoronato<br />

imperatore da Innocenzo. Non voleva che la corona imperiale si congiungesse<br />

con quella di Sicilia. In un certo senso aveva ragione Walther<br />

von der Vogelweide: il papa aveva messo due tedeschi sotto la stessa<br />

corona. Bisogna aver rispetto per i poeti. Ho offerto a Walther un feudo,<br />

non a Bolzano ma a Würzburg. Così i suoi ultimi canti saranno più<br />

sereni.<br />

Gli Elettori erano riuniti lì, aspettando Ottone per offrirgli il trono di<br />

Germania. Ma non avevano fatto i conti con noi meridionali. Io avevo<br />

creato re di Sicilia mio figlio Enrico appena nato, quindi Innocenzo non<br />

aveva più paura. Poi c’era Berardo Castacca, l’arcivescovo di Palermo.<br />

Ah, forse è un sogno, ma mi è sembrato di vederlo qui, ieri notte.<br />

Povero vecchio. Aveva una brutta cera, sembrava portare notizie sconvolgenti.<br />

Mi ha rammentato anche Piero della Vigna, ma non ho capito.<br />

Credevo che fosse a San Miniato in Toscana. Mi viene in mente la<br />

canzone che scrisse quando morì l’imperatrice Isabella: Ingressa m’è la<br />

morte / per afretosa sorte/ non aspettando fine naturale…<br />

“Pur aspettando bon tempo e stagione”<br />

Grande arcivescovo Castacca! Si fece aprire le porte di Costanza di<br />

notte, presentandosi come legato pontificio. Giurò che re Ottone era<br />

stato scomunicato da papa Innocenzo. E la città di Costanza mi accla-<br />

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