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PREMESSA<br />

di Lanfranco Tavasci<br />

Riprendiamo ancora una volta – è l’undecima – le strade della<br />

Capitanata alla ricerca di ciò che non si vede. Ciò che nella trama dei<br />

secoli ha costituito l’incanto di questa terra. Gli ‘asset non contabilizzabili’,<br />

si direbbe nella teoria d’azienda.<br />

Incominciammo assieme ad Aldo Chiappe, nel secolo scorso, a studiare<br />

le diverse identità delle ‘Terre Foggiane’. La prima ricerca fu sugli<br />

stendardi dei Comuni, la seconda sui Santi patroni. L’identità laica e<br />

religiosa di ciascuna comunità. Poi abbiamo preso a interrogare lo spirito<br />

dei luoghi. Nel 2001 fu il millenario dell’Incoronata, la grande<br />

icona della cristianità daunia assieme a Michele Arcangelo e a Pio da<br />

Pietrelcina.<br />

Per due anni consecutivi abbiamo chiesto ai Dauni stessi di raccontarci<br />

la loro terra: sia a quelli rimasti in Capitanata che a quelli che<br />

hanno sviluppato altrove la loro vocazione – da Renzo Arbore a Lucio<br />

Stanca. Una incursione nel sottoterra di Arpi ci ha portati al volume<br />

sulla Medusa: icona, lei, dell’inconscio collettivo, enigmatica vestale<br />

della morte e spettacolare figura del Museo Civico.<br />

I tre volumi più recenti documentano la nostra passione progressiva<br />

per le fonti: storiche, letterarie, documentarie, folcloriche, paesaggistiche,<br />

monumentali. Ecco quindi Federico II, il creatore di Foggia; le<br />

Tremiti, incredibile microcosmo attraversato spesso dalla ‘grande’ storia;<br />

la civiltà della transumanza còlta nelle ultime possibili testimonianze.<br />

E adesso queste ‘Città dimenticate’.<br />

Il punto di partenza è stato la Tabula Peutingeriana. Una stupefacente<br />

carta stradale dell’Impero romano riprodotta nel tredicesimo secolo,<br />

conservata a Vienna. Prende il nome dall’umanista che la ebbe in possesso,<br />

e si scarica da Internet.<br />

Mentre ci si interrogava sui toponimi osci e romani di questo territorio<br />

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