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Sappiamo che Annibale era crudele quanto doveva, ma rigoroso in<br />

materia di etica guerresca. Ad esempio non permetteva gli stupri collettivi,<br />

che sono fino a ieri mattina l’inevitabile corteggio delle conquiste<br />

belliche. Sapeva infatti che i nemici possono rassegnarsi a qualunque<br />

spoliazione, ma lo sfregio sessuale li accanisce per sempre. Nulla<br />

risulta a carico della sua fedeltà alla moglie Imilke sposata a Castulo fra<br />

i Celtiberi, sulla strada tra Cartagine e Roma. E poi i Barca erano austeri<br />

di famiglia, tanto che le cricche avversarie spargevano la voce che<br />

fossero inclini a tenerezze maschili. Questa è la ragione per cui Salapia<br />

è resa ‘inclita’ dagli amplessi extramatrimoniali di Annibale.<br />

Nessun’altra città può vantare lo stesso pregio. E’ un grande vantaggio<br />

competitivo. Con un po’ di cinismo forse a Trinitapoli potrebbe essere<br />

‘venduto’ turisticamente assieme agli Ipogei e ai programmi naturalistici<br />

della Casa di Ramsar.<br />

Quanto alla natura di questo intercorso di Annibale con la ‘Dama di<br />

Salapia’, Plinio parla di amore sì, ma a pagamento: meretricium. Ora,<br />

delle due parole la più impegnativa è certamente amor. Che la Dama<br />

fosse una fille de petite vertu può davvero essere la malignità del<br />

Romano che in un colpo sfigura due nemici: il Cartaginese e la città di<br />

Salapia che, traditrice, gli ha aperto le porte delle mura e della camera<br />

da letto.<br />

Fin qui è il testo che parla. D’ora in avanti è leggenda. Iride è la figlia<br />

del principe di Salapia. Convince i concittadini a schierarsi con<br />

Annibale. I Romani per vendetta, rientrando da Canne, distruggono la<br />

città. Gli abitanti aggrediscono Iride, che viene spinta nel pantano e<br />

lapidata, o sepolta viva – come le Vestali che tradivano il voto, o che<br />

venivano buone come capri espiatori di errori maschili. Per questo lo<br />

specchio d’acqua si chiamerebbe ‘Alma dannata’: è l’anima condannata<br />

di Iride che ancora fa sentire il grido della sua disperazione. Sarà<br />

forse il richiamo di un uccello? Una sosta attorno a quello specchio<br />

d’acqua, per chi sa ascoltare il luogo, lascia aperta ogni possibilità.<br />

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