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Salapia, capitale di Annibale<br />

Scagliare una pietra contro la superficie dello stagno per allontanare la<br />

malasorte. E se invece rispondesse un grido di dolore? Dicono che si<br />

faccia così…<br />

Il sito di Salapia è abitato da mille spiriti antichi che ogni tanto, come<br />

nella piscina di Bethesda, frusciano sulle acque per segnalare una presenza<br />

altrimenti spenta. Annibale e la sua infelice amante, Iride, sfiorano<br />

talvolta la superficie dello stagno che si chiama ‘l’Alma dannata’.<br />

La vicenda è nota e non è nemmeno eccezionale. Straordinari sono i<br />

personaggi nei quali si è incarnato questa volta l’archetipo dell’amore<br />

incontenibile, quello che sconvolge le regole. “Come un vento che in<br />

cima ai monti si abbatte sulle querce” aveva detto Saffo.<br />

Le fonti antiche non soddisfano il bisogno di particolari glamour.<br />

Plinio (il Vecchio, quello che muore nell’eruzione del Vesuvio) appena<br />

viene a dire della Daunia rammenta l’oppidum Salapia Hannibalis<br />

meretricio amore ìnclutum. E di questo ci dobbiamo accontentare,<br />

anche se non è poco. Del resto tutti i resoconti dell’epoca sono abbottonatissimi<br />

sulla vita privata di Annibale. Non abbiamo trovato informazioni<br />

utili né in Tito Livio che è il narratore più analitico, né in<br />

Polibio, né in Appiano Alessandrino, né in Cornelio Nepote già noiosissimo<br />

alle scuole medie, né in Silio Italico che sulle Guerre Puniche<br />

scrive addirittura un poema à la manière de Virgilio. Ma queste sei<br />

parole di Plinio sono un piccolo tesoro informativo.<br />

Oppidum: Salapia, quanto meno al tempo di Plinio (I sec. d.C.), è un<br />

oppidum, una città di rilievo; forse cinta da mura trovandosi in piano.<br />

L’amore meretricio di Annibale ne fa un sito ìnclutum: che in latino ha<br />

una accezione positiva e tende a significare illustre, nobile (è anche uno<br />

degli appellativi di Giove); famoso, non famigerato. Plinio scrive a<br />

distanza di due secoli, e si contenta di lanciare una allusione: quindi il<br />

‘fatto’ doveva essere memorabile, e comunque ancora ben presente a<br />

chiunque leggesse la ‘Naturalis Historia’.<br />

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