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con la spada. Tre volte disarcionato, tre volte riprende vigore e torna<br />
a combattere con maggiore efficacia, perché è il furore che lo stimola.<br />
Così Roberto non cessa di far strage con diversi tipi di morte degli<br />
Svevi che gli si oppongono; ad alcuni tronca un piede, ad altri le<br />
mani, ad altri sfracella il capo e il corpo; ad alcuni taglia a pezzi il<br />
ventre e il petto, ad altri trafigge le costole dopo aver tagliato il capo,<br />
rendendo i grandi corpi mutilati simili ai piccoli e dimostrando che<br />
non sempre agli uomini più dotati fisicamente tocca il premio alla<br />
bravura, di cui spesso sono dotati i più esili. Come è stato provato al<br />
termine dei combattimenti, in questa battaglia nessuno, vincitore o<br />
vinto, ha vibrato colpi così pesanti”.<br />
Riccardo di Aversa, il colpo decisivo (Guglielmo di Puglia).<br />
“Mentre ritorna dopo aver compiuto ingente strage di Italiani, di cui<br />
una parte fugge, un’altra viene uccisa da spade e da lance, allorché<br />
vede che così i Teutonici resistono ai suoi compagni, esclama:<br />
‘Ahimè, la vittoria che noi credevamo acquisita con la fine del combattimento,<br />
non ha ancora posto fine alla battaglia!’; e senza indugio<br />
si scaglia nel mezzo dei nemici. Costoro, persa ogni speranza di fuga<br />
e di salvezza, resistono con maggior violenza, ma a nulla giova la<br />
loro resistenza, perché vengono circondati dalla moltitudine dei<br />
nemici. La gloriosa armata del vittorioso Riccardo è causa di grave<br />
rovina per i nemici che, miseri, vengono annientati con diversi tipi di<br />
uccisione, e di tanta moltitudine non sopravvive nessuno”.<br />
Il dramma di Leone IX (Goffredo Malaterra, Guglielmo di Puglia,<br />
Amato di Montecassino).<br />
“Apostolicus, fuga vitae asylum expetens, intra urbem provinciae<br />
Capitanatae, quae Civitata dicitur, sese profugus recepit. Il Padre<br />
apostolico cerca rifugio in Civitate. Quem hostes insequentes, armato<br />
milite obsident: aggeres portant, machinamenta ad urbem capiendam<br />
parant, incolas minis terrent, ut apostolicum reddant. I<br />
Normanni lo incalzano, pongono assedio con soldati armati, allestiscono<br />
dei terrapieni, preparano macchine per sferrare l’assalto,<br />
minacciano gli abitanti perché consegnino il papa. Si tratta, ma solo<br />
a tutela della città; quanto al papa, eum per portas eiciunt: lo sbattono<br />
fuori dalle porte”.<br />
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