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Livio, il cronista ufficiale, ma anche il remoto Appiano di Alessandria<br />

nel II secolo, nei suoi ‘Romanikà’. E’ la storia di Dasio e Blazio.<br />

A Salapia, mentre era soggetta a Cartagine, vi erano due principes,<br />

uguali per nascita, ricchezza e potere ma da lungo tempo nemici l’uno<br />

dell’altro. Uno di questi, Dasio, era dalla parte dei Cartaginesi. L’altro,<br />

Blazio, teneva per i Romani, ma ovviamente finché i Cartaginesi erano<br />

in città doveva tenersi in disparte. A un certo punto però la fortuna incomincia<br />

a girare in direzione meno favorevole per Annibale, e si presenta<br />

il rischio: che cosa farebbero i Romani se riuscissero ad impadronirsi<br />

di Salapia? Necessita una soluzione bipartisan. Blazio, che<br />

naturalmente per Tito Livio è il buono, mosso dall’amore per la propria<br />

città, cerca di incontrare Dasio e di elaborare con lui un piano per assicurare<br />

un atterraggio morbido nel caso che i Romani prendano il<br />

sopravvento. Dasio, che evidentemente è il vilain del racconto, finge di<br />

aderire al piano di Blazio. Il piano consisteva nel rivolgersi a un<br />

comandante amico, acquartierato molto distante su per l’Italia, e farsi<br />

assegnare una piccola guarnigione: una forza di interposizione, si<br />

direbbe.<br />

Ma, come spesso succede, appena siglato l’accordo ognuno dei due<br />

contraenti cerca di ingannare l’altro, giocando sul tempo. Il perfido<br />

Dasio con tutta calma va ad avvisare Annibale del tradimento che<br />

Blazio sta tessendo e chiede i mezzi militari per fare una carneficina dei<br />

pochi soldati romani che, chissà quando, arriveranno a Salapia. Quanto<br />

a Blazio, egli si guarda bene dall’andare lontano a rastrellare una piccola<br />

milizia, ma si presenta nella vicina Roma e ‘vende’ Salapia in<br />

cambio di una truppa ben addestrata di mille cavalieri. In men che non<br />

si dica li ottiene e rientra a casa come niente fosse.<br />

Dasio invece, salutato Annibale, torna con calma a Salapia sapendo che<br />

Blazio è a raccogliere soldati chissà dove. Infatti le porte della città<br />

sono sguarnite. Felice di essere in largo anticipo sul nemico e di aver<br />

tutto il tempo per preparargli una sanguinosa accoglienza, Dasio entra.<br />

Ma appena varcata la porta Blazio fa chiudere la saracinesca e lo assale<br />

con i suoi mille cavalieri, uccidendo facilmente sia lui e che tutta la<br />

guarnigione prestata da Annibale. In pochissimi riusciranno fuggire<br />

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