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saltando dalle mura.<br />

A proposito di questi due principi contendenti, il Romanelli (‘Antica<br />

topografia istorica del Regno di Napoli’) racconta una evidenza numismatica.<br />

Le monete di Salapia hanno al diritto un cavallo andante con<br />

la leggenda Salpinôn, e al verso un delfino con il nome del magistrato<br />

garante della zecca. Ce ne sono rimaste alcune con il nome ‘Daxiou’ e<br />

altre con il nome ‘Plotiou’, al genitivo. Quindi Daxio e Plotio sono i<br />

veri nomi dei nostri due gentiluomini.<br />

L’inganno infelice<br />

Ancora dalla lettura di Tito Livio. Col passare del tempo l’astuzia luciferina<br />

di Annibale comincia a mostrare le corde. O almeno i nemici<br />

imparano a guardarsene. Siamo nel 208 a.C. I Salapini, bon gré mal<br />

gré, sono stati transitati da Blazio sotto il potere romano offrendosi al<br />

console Marco Claudio Marcello. Forse in questi due anni potrebbe<br />

essere avvenuta la vendetta su Iride. Per recuperare la città Annibale<br />

tenta un colpo magistrale. Ancora basato sulla padronanza del tempo.<br />

Marcello, per marcare stretti i Cartaginesi, aveva posto l’accampamento<br />

troppo vicino a loro. Così cade in un’imboscata e perde la vita. La<br />

salma viene portata nel campo di Annibale, mentre l’esercito romano<br />

resta in mano all’altro console, Crispino. Annibale intuisce subito l’opportunità:<br />

il corpo di Marcello ha ancora addosso i sigilli consolari, e<br />

lui può adoperarli per architettare qualche inganno: basta che si creda<br />

che Marcello è ancora vivo. Ma anche Crispino ha ben presente questo<br />

fatto dei sigilli e subodora l’utilizzo che Annibale potrebbe farne.<br />

Allora manda, rapido, a tutte le città vicine dei messaggeri ad avvertire<br />

che Marcello è stato ucciso e che il nemico ha in mano il suo anello<br />

col sigillo consolare. Che non si presti alcuna fede a messaggi che giungessero<br />

siglati a nome di Marcello.<br />

Il messo di Crispino era appena arrivato a Salapia che, puntuale, viene<br />

recapitata una lettera – firmata appunto col sigillo di Marcello – con cui<br />

il console annuncia il suo arrivo a Salapia: la notte seguente. L’inganno<br />

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