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No, ‘abd el-Aziz è un grande artigiano, maestro argentiere, imprenditore<br />

ed influente moral suasor ovviamente in favore del potente di<br />

turno. Tanto che Carlo II, nell’ambito della ‘soluzione finale’, affida a<br />

lui la selezione dei concittadini da cui si può ancora spremere del valore.<br />

Un piccolo Quisling di Tertiveri? Di certo Francesco da Eboli,<br />

Giustiziere di Bari, riceve un minuzioso ordine di rastrellamento da<br />

Carlo II. Si diano al miles Niccolò de Civitate Sanctae Marie – cioè ad<br />

‘abd el-Aziz battezzato – cinque suoi familiari; con il loro aiuto vogliamo<br />

che tutti i Saraceni artistae che egli vi mostrerà, o di cui vi darà l’elenco,<br />

siano trasferiti a Napoli e integrati nei nostri piani di sviluppo del<br />

Terziario. Gli artistae, per esser chiari, sono i fabbricatori di armi, balestre,<br />

archi, tende da campo, oggetti in cuoio rosso e cuscini (pouf);<br />

maestri muratori, bardatori, carpentieri. Il novello cristiano ‘abd el-<br />

Aziz deve accertarsi che il viaggio avvenga sub tuta custodia. Infatti le<br />

povere colonne di deportati sulla strada della vita grama venivano<br />

anche aggredite dai virtuosi credenti; ma questi Saraceni erano portatori<br />

di un valore economico, la sapienza artigiana, e quindi non si potevano<br />

massacrare: né a Serracapriola e Larino, né a Candela e neppure<br />

ad Ascoli Satriano, come era capitato ad altri gruppi di rifugiati.<br />

E ancora a dispetto di questa trentennale e violenta repressione rimangono<br />

nell’agro lucerino, autorizzate, diverse centinaia di famiglie saracene:<br />

purché non costruiscano moschee. E non facciano proseliti come<br />

succedeva prima. Tanto che nel 1294 era venuto da Napoli il Grande<br />

Inquisitore del Regno in persona, fra’ Giovanni da San Martino, per<br />

riconciliare bon gré mal gré i cristiani convertiti all’Islam.<br />

‘abd el-Aziz – Nicola da Lucera, o Nicolò da Santa Maria – era stato<br />

toccato dalla Grazia due anni dopo la caduta di Lucera. E il figlio? E’<br />

battezzato Giovanni, ed eredita la concessione di alcune case a San<br />

Severo da parte di re Carlo. Il quale scrive, l’11 luglio del 1301: le case<br />

erano per il babbo, ma purtroppo Adelasisius non ha saputo aspettare<br />

ed ha pagato il debito di natura prius quam predicta nostra gratia potiretur:<br />

è morto prima di poter godere della nostra benevolenza.<br />

Ma c’è un altro erede per ‘abd el-Aziz. A Tertiveri.<br />

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