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sun castigo è più atroce del morire. Per questo ai peccatori viene comminata<br />
proprio quella cosa da cui si vorrebbe massimamente fuggire.<br />
Ai trasgressori della parola del Signore ‘chi fa questo, morrà’ giustamente<br />
viene data morte”.<br />
Ma Corradino? Ha solo sedici anni. “Tutto ciò che i Saraceni fecero<br />
aveva un obiettivo, ed è questo: che venisse alla luce il regulus, il basiliskos<br />
(reuccio in italiano, ma anche serpentello), cioè Corradino, il re<br />
dei serpenti. Il re degli uomini malevoli. Per le loro trame il clero e i<br />
religiosi saranno cacciati e privati delle dignità e dalle libertà; proprio<br />
come i nostri progenitori un dì furono cacciati dal paradiso, sedotti<br />
dalla malizia - appunto - del serpente”.<br />
Alla demonizzazione della gente di Lucera e del re Corradino manca un<br />
tassello solo: la beatificazione di Carlo d’Angiò e, magari, della sua<br />
santa Mamma, la regina Blanche. Lo sapete che Carlo, da piccino, si<br />
astenne spontaneamente dal seno della madre? E sapete che lei si addolorò<br />
tanto quando lui partì militare in Terrasanta? Là, però, si batté<br />
virilmente contro i Saraceni. E adesso, vi pare che non faccia tutto il<br />
possibile per cacciar via i Saraceni da Lucera e da tutto il Regno di<br />
Sicilia? Anche per far piacere alla Mamma.<br />
Oremus. “Che questo regulus non prevalga, ma la sua contumacia<br />
venga schiacciata da Cristo Signore; anzi meglio: dal Sommo Pontefice<br />
che, come Carlo, si è staccato dal seno materno, cioè si è allontanato<br />
volontariamente da ogni godimento carnale”.<br />
Questa preghiera – che sia il merito di Isaia, sia la lungimiranza del<br />
Salmista, sia l’impulso di Eudes de Châteauroux, siano le mammelle<br />
della regina Blanche, siano quelle simboliche del papa, sia la bravura<br />
di Carlo, siano i soldi dei banchieri toscani garantiti dalla Santa Sede –<br />
insomma alla fine viene esaudita.<br />
Napoli, piazza del Mercato, 29 ottobre 1268. Il regulus perde la corona<br />
e la testa.<br />
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