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piombo e agli smanettatori di videogiochi. Ma precisano: il più grande<br />

condottiero di truppe mercenarie. Con un vago sapore di biasimo. A noi<br />

pare invece la massima virtù quella di condurre verso un unico obiettivo<br />

comunità umane distanti per etnia, lingua, cultura, motivazione,<br />

valore, animosità, modalità di retribuzione, distanza fisica dalla patria.<br />

L’osservazione non è nostra ma di Polibio.<br />

L’attenzione al fattore umano è una delle risorse strategiche del<br />

‘Saetta’. Un esempio solo. Alla Trebbia aspetta ad attaccare la battaglia<br />

il giorno in cui il console Scipione senior è di riposo, mentre il comando<br />

è in mano a Sempronio Longo. Annibale lo conosce: omnia ei<br />

hostium haud secus quam sua nota erant, conosceva le cose del nemico<br />

come le proprie tasche. Sa che Sempronio è uno che si impressiona<br />

e che reagisce d’impulso: e allora lo sorprende con una ‘passerella’<br />

mattutina di cavalleria cartaginese che finge di attaccare. E’ una fredda<br />

mattina di dicembre, e il console Sempronio ci casca: sveglia l’esercito<br />

di fretta e lo lancia all’inseguimento, digiuno e semisvestito, attraverso<br />

il corso d’acqua. Ma di là ci sono i Cartaginesi asciutti, vestiti<br />

con cura e già rifocillati. La vittoria arride facilmente a loro.<br />

Per quanto riguarda lo ‘specifico professionale’ del condottiero, i polemologi<br />

riconoscono ad Annibale il genio dell’innovazione. Di colpo,<br />

con lui, diventa vecchia la scienza strategica greca e romana. Le quattro<br />

specialità – fanteria e cavalleria rispettivamente pesante e leggera –<br />

lui non le considera come entità contraddistinte da mission immobili e<br />

distintive. Lui concepisce tutto l’esercito come una comunità multitask,<br />

flessibile, che in momenti diversi può spartirsi in maniera inusuale una<br />

funzione, o subentrare e sopperire. Una ‘protesi’ a disposizione del<br />

condottiero.<br />

Ma anche questo apprezzamento a noi pare limitativo. Aiuta a capire la<br />

battaglia della Trebbia e quella del Trasimeno, ma non quella di Canne.<br />

Annibale vince a Canne perché gestisce come un sistema unico non<br />

solo il proprio esercito, ma anche quello romano – e, verrebbe da dire,<br />

l’intero contesto della battaglia, compresa la componente ambientale.<br />

Plutarco racconta. “In quella battaglia Annibale si servì di due accorgi-<br />

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