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Pessima stella per Manfredi, dunque, e anche per Tertiveri, valvola di<br />

sicurezza per le tensioni della vicina metropoli saracena di Lucera. Già<br />

una quota dei deportati islamici dalla Sicilia era stata collocata lì da<br />

Federico II, oltre che a Stornara e Acerenza. Questa ‘miniaturizzazione’<br />

del confronto tra la Mezzaluna e la Croce ha attratto l’interesse<br />

dell’Istituto Storico Germanico che nel 2006, nell’ambito di una ricerca<br />

sull’insediamento islamico in terra cristiana, ha sviluppato a<br />

Tertiveri delle analisi geofisiche.<br />

Tertiveri aveva già una sua storia, come gli altri avamposti della ‘linea<br />

Maginot’ di Basilio Boioannes, Catapano d’Italia ai primi del Mille.<br />

Sede vescovile, nel 1058 risulta suffraganea di Benevento, ed è un po’<br />

strano perché Tertiveri è in territorio bizantino e Benevento è la capitale<br />

longobarda. Magari è per sparigliare queste carte che Alessandro II<br />

nel 1067 depone per simonia il vescovo di Tertiveri, Landolfo (quindi<br />

un longobardo) e lo stesso trattamento riserva al vescovo di Biccari,<br />

Benedetto. Ma il fatto è che il Catapanato d’Italia è ormai un territorio<br />

di precario confine. In più le apostasie fioccano anche in campo cristiano.<br />

Le identità politiche e religiose continuano a trascolorare ben<br />

oltre il 1071, data fatale per Bisanzio: perdita di Bari e del Catapanato<br />

d’Italia, e sconfitta di Manzicerta che apre l’Anatolia ai turchi ed è premessa<br />

necessaria e sufficiente per il fatale 1453 di Mohamed Fatih, il<br />

Conquistatore.<br />

La Crociata contro i Saraceni di Puglia<br />

Lucera saracena è un gesto politico geniale di Federico II. La gloriosa<br />

città già colonia romana vivacchia, ed è un peccato perché la<br />

Capitanata sta diventando il cuore dell’Impero da Amburgo a Capo<br />

Passero. I Saraceni di Sicilia si sentono ovviamente a casa loro e<br />

oppongono resistenza sorda, quando va bene, agli organi dello Stato<br />

cristiano. Rivolte – come quella famosa di Mirabetto, Emir Abbad, e di<br />

sua figlia nella rocca trapanese di Entella – creano imbarazzo e preoccupazione.<br />

In più, chi dimentica gli anni dell’incerta giovinezza di<br />

Federico a Palermo, quando l’élite saracena trescava con i baroni germanici,<br />

con l’orrendo Markwald, contro di lui? Una ‘soluzione finale’<br />

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