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Biondo, bello, e di gentile aspetto<br />

L’ultimo Hohenstaufen a cingere la corona è Manfredi, che regna in<br />

pratica, come reggente, dal 1250, quando muore Federico, fino al 1266,<br />

quando a Benevento viene sconfitto e profanato da Carlotto d’Angiò,<br />

come lo chiamava lui. Tranne il breve intermezzo in cui scese di<br />

Germania il titolare della corona di Puglia e Sicilia, suo fratello<br />

Corrado. Dopo qualche tensione Corrado, che non aveva molta salute,<br />

venne meno lasciando il figlio Corradino sotto la tutela dello zio.<br />

Naturalmente le malelingue, amplificate al solito dagli scrittori guelfi,<br />

vollero che la dipartita di re Corrado nel 1254 fosse dovuta ad un clistere<br />

avvelenato, così come vollero che Federico fosse stato aiutato a<br />

morire, sempre da Manfredi, con un cuscino premuto sulla faccia.<br />

Leggiamo, passeggiando con Franco e Angela sugli spalti angioini del<br />

castello di Manfredonia, questa descrizione di Manfredi che si deve a<br />

Giovanni Villani, espressione dei papa-boys, “Il detto re Manfredi fue<br />

nato per madre d’una bella donna de’ marchesi Lancia di Lombardia,<br />

con cui lo ’mperadore ebbe affare; e fu bello del corpo, e come il padre,<br />

e più, dissoluto in ogni lussuria; sonatore e cantatore era, volentieri si<br />

vedea intorno giocolari e uomini di corte, e belle concubine, e sempre<br />

si vestìo di drappi verdi; molto fue largo e cortese e di buon’aire, sì<br />

ch’egli era molto amato e grazioso; ma tutta sua vita fue epicuria, non<br />

curando quasi Idio né santi, se non al diletto del corpo.<br />

Nimico fu di santa Chiesa, e di cherici e de’ religiosi, occupando le<br />

chiese, come il suo padre e più; ricco signore fu, sì del tesoro che gli<br />

rimase dello ’mperadore e del re Currado suo fratello, e per lo suo<br />

regno ch’era largo e fruttuoso. E egli, mentre che vivette, con tutte le<br />

guerre ch’ebbe colla Chiesa, il tenne in buono stato, sì che ’l montò<br />

molto di ricchezze e in podere per mare e per terra. Per moglie ebbe la<br />

figliuola del dispoto di Romania, ond’ebbe figliuoli e figliuole. L’arme<br />

che prese e portò fue quella dello ’mperio, salvo ove lo ’mperadore suo<br />

padre portò il campo ad oro e l’aguglia nera, egli portò il campo d’argento<br />

e l’aguglia nera”. In effetti il vessillo nero e argento non è considerato<br />

di buon augurio, ai nostri tempi; forse a Benevento non ci si<br />

sarebbe presentati con questi colori.<br />

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