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LA MAGNA CAPITANA<br />
Un vademecum per luoghi pieni di riserbo e non sempre offerti con<br />
facilità. Questo era l’obiettivo del testo e delle ricerche che lo hanno<br />
accompagnato. Per forza abbiamo attraversato, da viaggiatori curiosi, i<br />
terreni dell’archeologia, della storia, delle letterature classiche.<br />
L’abbiamo fatto in punta di piedi e sempre con un filo di autoironia: i<br />
testi specialistici sono ben altri, e quelli divulgativi richiedono un possesso<br />
delle materie che noi non ci sogniamo. Per accentuare il disimpegno<br />
dalle scienze, le citazioni non hanno quasi mai referenze bibliografiche<br />
e, peggio, alcune sono lasciate senza indizi sull’autore. Una<br />
piccola civetteria.<br />
Alla fine, ci bastava evocare delle atmosfere e suscitare delle curiosità;<br />
ricordare, delle Terre Foggiane, spessori e orizzonti che non sono<br />
più evidenti. Per ciò il titolo ‘Città dimenticate’.<br />
Il nostro ideale narrativo resta sempre l’Aleph di Borges: “il luogo<br />
dove si trovano, senza confondersi, tutti i luoghi della terra, visti da<br />
tutti gli angoli”; ma nemmeno la Biblioteca di Babele sarebbe sufficiente<br />
a contenere il nostro testo. Quindi, umilmente, abbiamo distribuito<br />
il racconto tra le dieci stazioni del percorso mirando a una certa<br />
consequenza storica. Abbiamo insistito sui Dauni tra Herdonia e<br />
Matinum; sui Greci a Arpi e a Salinis; sui Romani a Herdonia e a<br />
Salinis; sui Bizantini a Montecorvino; sui Longobardi tra<br />
Montecorvino e Tiati; sui Normanni a Tiati; sui Saraceni a Tertiveri;<br />
sugli Svevi a Fiorentino e a Siponto; sugli Angioini a Tertiveri.<br />
E’ inevitabile che una terra parli con più convinzione di chi l’ha amata<br />
maggiormente. Questo spiega perché nei successivi volumi di ‘Terre<br />
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