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menti strategici. Il primo fu di scegliere il luogo dello scontro facendo<br />

in modo che i suoi soldati avessero alle spalle il vento, che si era scatenato<br />

simile a un turbine infocato. Il vento sollevava dalla pianura<br />

piatta e sabbiosa un acre polverone al di sopra dello schieramento cartaginese,<br />

lo spingeva contro i Romani e li colpiva in pieno viso costringendoli<br />

a voltarsi altrove e a scompaginare le loro file. Il secondo<br />

accorgimento riguardò il modo di disporre le truppe: infatti Annibale<br />

schierò alle ali estreme quelle più forti e combattive, mentre formò il<br />

centro dello schieramento le truppe più fragili, che erano i Celti lombardi.<br />

Appena il centro ebbe ceduto e fatto posto ai Romani incalzanti,<br />

lo schieramento di Annibale mutò forma e da rettilineo che era si trasformò<br />

in una mezzaluna. I comandanti delle punte estreme fanno convergere<br />

i loro uomini da destra e da sinistra; le truppe scelte stringono<br />

i Romani lungo i fianchi; li chiudono nel cerchio e li massacrano tutti<br />

quanti”.<br />

Annibale è come un giocatore di scacchi che muova i bianchi e i neri<br />

contemporaneamente. E’ solo alla playstation e non può che vincere.<br />

Polibio aveva avuto la stessa intuizione prima di noi: “Degli eventi che<br />

accadevano agli uni e agli altri, cioè ai Romani e ai Cartaginesi, la<br />

causa era un solo uomo e una sola mente: quella di Annibale”.<br />

Ancora Polibio, che peraltro vive a Roma nell’entourage degli<br />

Scipioni, i nemici mortali di Annibale, formula un giudizio lapidario.<br />

“Annibale è una meraviglia della natura. Ci riempie di stupore quando<br />

incontriamo una persona il cui intelletto si accorda alla perfezione, per<br />

innato schema mentale, con qualunque opera umana decida di intraprendere”.<br />

A proposito di Canne vogliamo concederci, con Tito Livio, una sequenza<br />

da Quentin Tarantino. Teniamo conto che le vittime furono sessantamila:<br />

diecimila meno che a Hiroshima. Colonna sonora: Prokofiev,<br />

‘Alexandr Nevskij’, Il campo dei caduti, con la melopea del contralto.<br />

“Il giorno dopo, all’alba, i Cartaginesi attesero a raccogliere le spoglie<br />

e a contemplare la strage, terribile anche all’occhio di un nemico.<br />

Giacevano tante migliaia di Romani, alla rinfusa fanti e cavalieri, così<br />

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