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ammazzare’? Peggio per loro! Se i Saraceni vincono, distruggono i<br />

Cristiani. Se invece soccombono ma li si lasciano in vita, è anche peggio:<br />

“con il loro denaro acquisiranno il favore dei principi della terra e<br />

si faranno nominare esattori del fisco, in modo da poter meglio gravare<br />

i Cristiani e conculcarli”. Dobbiamo registrare su questa profezia un<br />

moto di contrarietà da parte di Lanfranco Tavasci.<br />

Un grande finale. “O Cristo, ti spinga alla vendetta la voce del sangue<br />

dei tuoi figli – voglio dire i Cristiani – sparso dagli empi Saraceni e dai<br />

loro padri come ancor oggi son pronti a fare, e anzi introdurranno altri<br />

Saraceni d’Oltremare. Sommuovi non solo la terra ma anche il cielo.<br />

Espelli e distruggi, Domine Deus noster. Amen”.<br />

Lucera 2, ‘Oh Jericho’. Come Gerico (Giosuè VII), le cui mura crollarono<br />

al suono delle trombe, e il sole arrestò il suo corso per consentire<br />

un lavoro rifinito. Haec ystoria parabola est instantis temporis. La<br />

terra promessa è questa, l’Apulia, e Dio l’ha assegnata al nostro<br />

Giosuè, cioè il signore Carlo. Anche questa terra promessa ha la sua<br />

Gerico che sarebbe Lucheria, habitatio et refugium Sarracenorum. Essi<br />

l’hanno fortificata e armata contro tutti i Cristiani: non solo quelli di<br />

Puglia ma di tutto il Regno di Sicilia. Ecco però che Dio ha ordinato ai<br />

sacerdoti di suonare la tromba contro questa Gerico di Lucera. “Che il<br />

popolo cristiano sorga dunque contro di loro con un animo solo e li elimini<br />

dal Regno; che ciò sia bastante a placare Iddio e ad evitare tutti i<br />

pericoli auxiliante Domino nostri Ihesu Christo qui vivit in saecula<br />

saeculorum. Amen.”.<br />

Lucera 3, ‘Il sentiero dei nidi di aspide’. Il terzo sermone è il più bello.<br />

Qualcosa ci fa pensare che sia rivolto a un pubblico di ecclesiastici. Il<br />

linguaggio è quasi espressionista, anche perché si appoggia a un visionario<br />

testo di Isaia: “Ova aspidum ruperunt et telas aranee texerunt.<br />

Qui comedit de ovis eorum morietur”. Hanno spaccato le uova dell’aspide<br />

/ e tessuto la tela del ragno. / Chi mangia le loro uova morrà”. Le<br />

aspidi ovipare sono – chi ne dubita? – i Saraceni di Lucera. Più precisamente,<br />

secondo il Salmista, “aspidi sorde / che occludono i propri<br />

orecchi / per non sentire la voce dell’incantatore”. Vennero infatti più<br />

volte i predicatori domenicani fino a Lucera; ma gli empi che fanno?<br />

“Appoggiano un orecchio a terra e l’altro lo tappano con la coda” (chis-<br />

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