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la natura stessa dicesse: venite, adoremus.<br />
A dispetto dei musulmani confinanti Artasˇat è un mare di vigneti: zona<br />
di produzione di un bianco secco, l’Araks,‘giovane, fragrante e di gran<br />
carattere’, e patria di un grande brandy, l’Artavazd. Al pari della vicina<br />
Georgia, l’Armenia aveva sviluppato in epoche remote la cultura del<br />
vino. Quante cattedrali caucasiche, tra il V e il XIII secolo, presentano<br />
come decorazione dominante il tralcio di vite: e si capisce che il tema<br />
della vitis mystica è accostato alla coppa, alla danza e all’ebbrezza.<br />
Sacre, simboliche, per carità. Siamo all’altezza dell’Italia meridionale:<br />
vini e frutta fresca erano, ai tempi dell’Unione Sovietica, sentitamente<br />
richiesti a Mosca, e gli Armeni e Georgiani accorti potevano imbarcarsi<br />
sul primo volo del mattino per Vnùkovo con una valigiata di frutta e<br />
di vino, sostare a fianco dei grandi magazzini Gum e rientrare la sera<br />
con un adeguato profitto netto.<br />
Oggi l’attrattiva del sito di Artasˇat è il monastero di Kor Virap, costruito<br />
nel Medioevo sull’acropoli della città di Annibale. Per la precisione,<br />
sulla cella in cui il re pagano Tiridate seppellì per diversi anni l’apostolo<br />
degli Armeni, Gregorio l’Illuminatore. Si entra ancora nella cella,<br />
scendendo dal soffitto, e se ne esce volentieri.<br />
Dell’opera di Annibale si indovina qualcosa di più con Google Earth.<br />
Ma anche in mancanza di tecnologie avanzate ci pensa la Fama a<br />
echeggiare le lodi della sapienza urbanistica di Annibale fin sul Mar di<br />
Marmara. Lì c’è Prusia II, re di Bitinia, in cerca della sua capitale.<br />
Annibale identifica il sito sul fianco del monte Olimpo, studia i venti e<br />
l’esposizione al sole, esamina la compattezza del suolo, e infine crea la<br />
città di Prusa e la mette in grado di funzionare.<br />
Tanto bene lavora Annibale che la sua città esiste ancora: è Bursa, deliziosa<br />
per la sua collocazione sulle falde del monte, per i bagni termali,<br />
per la Moschea Blu decorata di mattonelle inequivocabimente verdi.<br />
Fino al 1453 fu la capitale dell’Impero ottomano. Ma prima assai che<br />
dagli Ottomani la città di Annibale fu resa illustre dagli amori – forse<br />
altrettanto meretricii quanto quelli di Salapia – tra il bisnipote di Prusia,<br />
Nicomede IV, e il legato romano Giulio Cesare. Gallias Caesar sub-<br />
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