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“Roberto apparteneva a una famiglia minore tra i Normanni. Di temperamento<br />

tirannico, astuto di pensiero e coraggioso nell’azione,<br />

estremamente ingegnoso nel pianificare attacchi alle ricchezze di<br />

facoltosi possidenti e ancor più ostinato nel metterli in pratica: non<br />

tollerava alcun ostacolo alla realizzazione dei propri disegni. Era di<br />

statura notevole, tale da superare anche i più alti fra gli individui;<br />

aveva una carnagione rubiconda, capelli di un biondo chiaro, spalle<br />

larghe, occhi come scintille di fuoco, e nel complesso era di bell’aspetto.<br />

Si racconta che il grido di quest’uomo avesse messo in fuga<br />

intere moltitudini. Con queste doti di fortuna, di fisico e di carattere,<br />

egli era per natura indomabile, mai subordinato ad alcuno”. Questa è<br />

Anna Comnena, si capisce il tocco femminile.<br />

I guerrieri Teutonici con il papa (Guglielmo di Puglia).<br />

“In una battaglia la vittoria non dipende né dal numero dei cavalli né<br />

dai soldati né dalle armi, perché è il Signore dei cieli che la concede.<br />

Tra i Teutonici e le truppe normanne s’ergeva in mezzo un colle. In<br />

aiuto dei Teutonici erano giunte folte schiere di Puglia, Valva,<br />

Campania, Marsica, Chieti. Guarniero e Alberto, capi dei Teutonici,<br />

avevano con sé non più di 700 Svevi, uomini coraggiosi e di animo<br />

feroce ma incapaci di combattere a cavallo. Essi colpiscono più efficacemente<br />

con la spada che con la lancia. Le loro spade sono particolarmente<br />

lunghe e assai taglienti; spesso colpiscono il corpo dalla<br />

testa e lo spaccano in due e se disarcionati restano fermi sui piedi.<br />

Preferiscono morire combattendo piuttosto che fuggire”.<br />

Gli schieramenti per la battaglia (Guglielmo di Puglia).<br />

“Non è il caso di citare nei miei versi la massa dei nemici venuta per<br />

cancellare il nome del popolo normanno. Tutti costoro si erano<br />

accampati insieme ai Teutonici presso la riva del fiume Fortore, nei<br />

pressi della città che prende il nome dai suoi cittadini. I Normanni si<br />

armano e sull’ala destra dello schieramento pongono Riccardo conte<br />

d’Aversa, col compito di attaccare i Longobardi. Lo accompagna il<br />

primo valoroso squadrone di cavalieri, mentre Umfredo viene scelto<br />

come comandante della schiera centrale che deve opporsi ai forti<br />

Svevi. Riceve l’ordine di difendere l’ala sinistra, insieme ai Calabri,<br />

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