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Popolo romano edificò la nuova città, vi trasportò il popolo, rizzò le<br />

mura, aprì i fori, e diede a ciascuno dei cittadini un sesterzio. Compiuta<br />

questa parte dell’impresa, scavò un canale tra il lago e il mare per aprirgli<br />

un varco e alla bocca vi formò un porto”.<br />

Laghi, paludi e vie d’acqua dal tratto mutevole. Noi ci troviamo di<br />

fronte a un terreno umido che si è mosso e stratificato nei millenni; ci<br />

poniamo delle domande guardando appena l’epidermide. Sono gli<br />

archeologi che sanno entrare nella carne viva del tempo.<br />

Economia e politica del sale<br />

Il sale è tra i beni più urgenti per la vita, dopo l’acqua e il fuoco.<br />

Preserva qualunque cosa dalla putrefazione, e anche solo per questo<br />

diventa un medicamento dell’anima. E siccome i simboli hanno un<br />

valore monetario, si pagano i soldati con il salarium. Ma prima ancora<br />

si offre sale agli dei e lo si divide in compagnia, come oggi ci si passerebbe<br />

uno spinello.<br />

Attorno a Salinis una cosa sola è certa: il sale. Ciò che rimane costante<br />

fin dalle prime mandrie svernanti è il sale. E l’acquitrino. Quando<br />

sopravvengono gli umani, per loro il mare attraverso le bocche degli<br />

stagni apre i cammini dell’indefinito. Del sale si parla lungo la costa;<br />

nell’interno fino a tutto l’Appennino. Se ne parla a Venezia e in Illiria,<br />

che è confinante, e lo apprenderanno gli Slavi che appena arrivati non<br />

hanno l’esperienza del mare e delle sue risorse. Di sale si parla a Roma,<br />

che con i poli produttivi di Anco Marzio a Ostia è una concorrente<br />

commerciale, apre la via Salaria per l’esportazione; una colonia dedotta<br />

in Salapinorum plenis pestilentiae finibus, parola di Cicerone, agevolerà<br />

il controllo del mercato.<br />

La facies attuale di Salinis, se si va per zone umide, per scavi e per<br />

musei, forse è acquisita con l’età del bronzo medio, a metà del XVIII<br />

secolo a.C. Il ‘popolo degli ipogei’ esercita la pastorizia e la caccia in<br />

una cornice agricola consolidata. Vale la pena entrare nell’ipogeo e<br />

chiudere gli occhi per ascoltare il suono del silenzio, il lieve pulsare del<br />

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