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E’ chiaro il disegno di Basilio Boiannes e dell’altro Basilio, l’imperatore<br />
‘romano’ di Bisanzio: riaffermare la potestà sulla Daunia; strutturare<br />
una nuova linea di confine; creare una catena di città fortificate per<br />
difendere la frontiera da incursioni, razzie e ribellioni. Ovviamente tra<br />
la vecchia linea di difesa, poco sopra l’Ofanto, e la nuova all’altezza<br />
del Fortore c’era il Tavoliere da ripopolare e da rendere appetibile come<br />
luogo di insediamento sicuro per le famiglie.<br />
‘Lega longobarda’ o nazionalismo murgiano?<br />
Sede del Catapanato bizantino d’Italia è Bari, dal 976, dopo la liquidazione<br />
dell’effimero Emirato arabo. Città di borghesia cosmopolita<br />
come la start-up Venezia, a capo di linee commerciali importanti. Le<br />
condizioni competitive ci sarebbero, ma vengono soffocate dal governo<br />
bizantino e soprattutto dalla fiscalità esosa destinata a finanziare<br />
imprese militari estranee oppure il lusso parassita della corte – dove il<br />
Catapano d’Italia occupa tra i dignitari il 39° posto. Il malcontento è<br />
diffuso in Terra di Bari e trova echi compiacenti nel mondo longobardo<br />
che si sviluppa dal Subappennino a Salerno includendo la capitale,<br />
Benevento, e il principato di Capua. Perché la fiamma s’accenda servono<br />
due condizioni: un motivo di esasperazione e un condottiero che<br />
sappia prendere in mano la lotta.<br />
Il leader della situazione si chiama Melo, che forse è un nomignolo per<br />
Ismaelo; suo braccio destro è Datto, il cognato. Più che i loro nomi ci<br />
dice qualcosa il sistema di parentela. Il figlio di Melo si chiama<br />
Argyrio, che avrà una vita politica lunga e contraddittoria; dunque<br />
siamo in una famiglia di classe benestante bizantina, e non necessariamente<br />
di nazionalità greca. La moglie, che si chiama Maralda, è longobarda.<br />
Melo, come dimostreranno poi i fatti, ha accesso ai grandi<br />
centri di potere in Occidente: la Santa Sede papale e la Sacra Corte<br />
imperiale della dinastia Salica. Qual era il suo programma? Forse la<br />
creazione di un soggetto politico regionale. La strategia? Una devoluzione<br />
di poteri da parte di Bisanzio? Uno ‘strappo’ verso gli Stati longobardi?<br />
O addirittura verso il Papato, o verso l’Impero germanico?<br />
Come di tutti i perdenti, nessuno ha cantato la sua storia.<br />
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