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sta affonda la nave sacrilega. Ma per la festa di San Lorenzo Maiorano,<br />

il patrono di Siponto, proviene dalle profondità degli abissi il suono<br />

cupo e solenne della campana. E anche in seguito la si potrà ascoltare.<br />

Chissà se si crea l’effetto emerso-sommerso che Debussy riesce a dare<br />

nel magico preludio ‘La Cathédrale engloutie’…<br />

In realtà sono due i Manfredi che affrontano felicemente il dramma di<br />

Siponto: il figlio di Federico e lo zio ricco e potente, Manfredi Maletta<br />

signore di Monte Sant’Angelo, fratello di Bianca Lancia d’Agliano.<br />

Giovanni Villani riporta che “di quella terra fue Manfredi Bonetta,<br />

conte camerlingo del detto re Manfredi, uomo di gran diletto, sonatore<br />

e cantatore, il quale per sua memoria fece fare la grande campana di<br />

Manfredonia, la qual è la più grande che si truovi di larghezza, e per la<br />

sua grandezza non può sonare”. Del resto il terreno su cui sorge<br />

Manfredonia era di sua proprietà, e giustamente egli sarà nominato dal<br />

nipote signore della città che porta il proprio nome. O forse il nome di<br />

ambedue?<br />

La parola al nemico<br />

Sulla fine di Siponto e la sua rinascita come Manfredonia lasciamo<br />

all’opposizione la parola finale. Salimbene ci testimonia lo stato di<br />

Manfredonia proprio mentre sta in corso d’opera.<br />

Si vixisset princeps per paucos annos amplius, fuisset Manfredonia una<br />

de pulcrioribus civitatibus de mundo. Bastava che Manfredi non fosse<br />

morto a Benevento: pochi anni ancora e Manfredonia sarebbe tra le più<br />

belle città al mondo. “Il circuito delle mura è lungo quattro miglia,<br />

dicono. Ha un porto ottimo, ed è ubicata alle radici del monte Gargano.<br />

La strada principale è già tutta costruita, e tutte le fondamenta delle<br />

altre abitazioni sono pronte. Ha delle vie molto ampie, il che conferisce<br />

molto alla bellezza di una città. Sed rex Karolus habet eam exosam, in<br />

tantum quod eam audire nominari non potest, immo vult quod appelletur<br />

Sipontus nova. Il re Carlo ce l’ha in uggia, non sopporta nemmeno<br />

di sentire il nome: per questo vuole che sia chiamata Siponto Nuova.<br />

Però bisogna ammettere che il principe Manfredi ha fatto anche qual-<br />

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