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Scarica gli atti - Gruppo del Colore

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Misure spettrofotometriche<br />

per conservare le opere d’arte contemporanea<br />

FERRUCCIO PETRUCCI<br />

DIPARTIMENTO DI FISICA DELL’UNIVERSITÀ DI FERRARA<br />

E<br />

INFN, SEZIONE DI FERRARA<br />

Via Paradiso, 12 – 44100 Ferrara, Tel. 0532 974264, Fax: 0532 762057<br />

petrucci@fe.infn.it<br />

1. Quali problemi di conservazione per l’Arte Contemporanea?<br />

Forse molti sono convinti che le opere d’arte contemporanea, proprio perché di<br />

recente creazione, non necessitino di interventi di restauro, né di prassi<br />

conservative. Purtroppo questo pregiudizio è sba<strong>gli</strong>ato all’origine: qualsiasi<br />

manufatto, anche se realizzato con i materiali più durevoli, può andare incontro<br />

proprio nei primi anni <strong>del</strong>la sua vita ai cambiamenti più rilevanti.<br />

È inf<strong>atti</strong> in questa fase – che può durare da pochi mesi a varie decine di anni – che<br />

l’opera, interagendo con l’ambiente che la ospita, può subire modifiche nella<br />

propria composizione materiale ed eventualmente nella propria struttura.<br />

Queste modifiche possono essere lente e inavvertibili a chi ha sott’occhio quelle<br />

opere giorno per giorno, ma imporsi con allarmante evidenza in occasione <strong>del</strong><br />

rinnovarsi di esposizioni pubbliche, a distanza di anni.<br />

Tra i “rischi” più frequenti per un’opera d’arte [1], l’accumulo di polvere è forse il<br />

più banale e il meno insidioso, se il particolato che si deposita è chimicamente<br />

neutro e se la superficie <strong>del</strong> dipinto è sufficientemente impermeabile. L’effetto<br />

visibile è generalmente un’attenuazione <strong>del</strong> contrasto e la diagnostica più usata in<br />

questo caso è la Fotografia in Luce Radente.<br />

Danni meccanici dovuti a traumi da trasporto o a detensionamento <strong>del</strong> supporto<br />

sono di solito facilmente diagnosticabili e legati alla storia commerciale <strong>del</strong>l’opera.<br />

Altri inconvenienti, come la screpolatura precoce dovuta a eccesso di solventi o a<br />

misture di materiali fra loro non compatibili, trovano la loro origine nella<br />

formazione stessa <strong>del</strong>lo strato dipinto.<br />

In genere sono le repentine variazioni di temperatura e di umidità relativa<br />

nell’ambiente-contenitore a produrre <strong>gli</strong> effetti più distruttivi e per questo si<br />

consi<strong>gli</strong>a sempre, giustamente, di tenere sotto controllo i parametri microclimatici.<br />

Tuttavia, le variabili in gioco sono tante, soprattutto in presenza di opere<br />

polimateriche e con materiali di recente introduzione, che raramente si possono<br />

prevedere <strong>gli</strong> esiti, soprattutto quantitativamente.<br />

Gli effetti forse più insidiosi, perché progressivi e inavvertiti su tempi brevi, sono<br />

l’attenuazione <strong>del</strong> contrasto, l’evanescenza dei colori, i viraggi cromatici.<br />

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