Scarica gli atti - Gruppo del Colore
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Spettrofotometro a scansione per la caratterizzazione<br />
multispettrale e colorimetrica ad immagine<br />
di superfici dipinte<br />
P. CARCAGNÌ, A. DELLA PATRIA, C. SANAPO<br />
ISTITUTO NAZIONALE DI OTTICA APPLICATA<br />
Via Barsanti – 73010 Arnesano (Lecce)<br />
beniculturali@ino.it<br />
R. FONTANA, M. GRECO, M. MASTROIANNI, M. MATERAZZI,<br />
E. PAMPALONI, L. PEZZATI<br />
ISTITUTO NAZIONALE DI OTTICA APPLICATA - INOA<br />
Largo E. Fermi, 6 – 50125 Firenze<br />
1. Introduzione<br />
Con la definizione di tecniche di analisi ad immagine si identificano quelle<br />
tecniche il cui risultato sia la caratterizzazione secondo uno o più parametri fisici<br />
(es. colore, spettro di riflettanza, quota) di una superficie o un volume eseguita<br />
tramite un campionamento regolare e referenziato spazialmente <strong>del</strong>l'oggetto su tutta<br />
la sua estensione. Tale risultato viene quindi visualizzato attraverso una o più<br />
immagini.<br />
In particolare la misura ad immagine <strong>del</strong> fattore di riflessione spettrale (chiamata<br />
anche analisi ad immagine multispettrale) consiste nel caratterizzare spettralmente<br />
la riflettanza di una superficie in un intervallo di lunghezze d'onda che si estende<br />
(in tutto o in parte) dal visibile al vicino infrarosso (400-2400 nm).<br />
La caratterizzazione spettrale e colorimetrica di superfici dipinte è di grande<br />
interesse nell’ambito <strong>del</strong>la conservazione dei beni culturali non solo per quanto<br />
riguarda la documentazione <strong>del</strong>l’opera d’arte ma anche relativamente alla fase di<br />
diagnostica (es. riconoscimento dei pigmenti, monitoraggio <strong>del</strong>le variazioni di<br />
colore nel tempo…). La tecnica attualmente in uso per l'analisi ad immagine<br />
multispettrale di superfici dipinte [1-4], prevede l'irraggiamento <strong>del</strong>la superficie<br />
con radiazione proveniente da due o più lampade ad alogeni disposte in modo da<br />
procurare un'illuminazione quanto più omogenea possibile. L'immagine <strong>del</strong>l'area<br />
irraggiata viene quindi acquisita mediante una telecamera (CCD o a tubo Vidicon)<br />
il cui ingresso sia filtrato con filtri a banda stretta (FWHM ≅ 10 nm) che<br />
complessivamente coprano, in tutto o in parte, la regione spettrale di interesse.<br />
Nell'inquadratura vengono compresi campioni neutri di riflettanza che consentono<br />
di normalizzare lo spettro <strong>del</strong>la radiazione riflessa acquisito a<strong>gli</strong> spettri sia <strong>del</strong>la<br />
sorgente sia di sensibilità <strong>del</strong> rivelatore, e ottenere così il fattore di riflessione<br />
spettrale. Esistono inoltre telecamere CCD il cui obiettivo è accoppiato con un<br />
dispositivo ottico dispersivo [5] e che sono montate su sistemi di scansione