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Scarica gli atti - Gruppo del Colore

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a b<br />

Fig. 7 – Effetti sul picco di trasmissione <strong>del</strong> filtro di Fig.5 di errori di spessore di: a) 1%, b)<br />

0.5% con distribuzione random su tutti <strong>gli</strong> strati<br />

Altri peggioramenti <strong>del</strong>le prestazioni possono poi derivare dall’accoppiamento <strong>del</strong><br />

filtro al rivelatore e dall’utilizzo <strong>del</strong> dispositivo all’interno di specifici strumenti.<br />

2.3 Caratteristiche e limiti di uno spettrometro basato su filtri variabili<br />

La peculiarità di uno spettrometro basato su un filtro ottico variabile è la<br />

eliminazione <strong>del</strong> componente che realizza la dispersione spettrale (grating o<br />

prisma) e <strong>del</strong> relativo sistema ottico associato. Nel caso <strong>del</strong> filtro variabile è<br />

sufficiente montare e allineare direttamente davanti al detector il filtro stesso. In<br />

questo modo la radiazione ottica in ingresso viene integrata sulle colonne <strong>del</strong>la<br />

matrice CCD, dopo essere stata selezionata nella banda spettrale dalla zona <strong>del</strong><br />

filtro attraversata. Poiché la trasmissione <strong>del</strong>la lunghezza d’onda di picco cambia<br />

linearmente nella direzione <strong>del</strong>le righe <strong>del</strong> rivelatore, in ogni singola acquisizione,<br />

“frame” <strong>del</strong> CCD, si acquisisce un intervallo spettrale per ogni colonna <strong>del</strong><br />

rivelatore.<br />

Nel singolo frame le diverse colonne <strong>del</strong> rivelatore corrisponderanno a parti diverse<br />

<strong>del</strong> target a lunghezze d’onda diverse. Solo quando sarà eseguita una scansione<br />

completa <strong>del</strong> target stesso pari alla dimensione spettrale <strong>del</strong> rivelatore, risulteranno<br />

acquisite tutte le immagini spettrali <strong>del</strong> target. La regione di spazio esaminata è<br />

definita dalle caratteristiche <strong>del</strong> sistema ottico e dalla dimensione <strong>del</strong> rivelatore.<br />

La Figura 8 mostra lo schema di uno spettrometro di questo tipo dedicato ad<br />

applicazioni spaziali. La ricostruzione bidimensionale <strong>del</strong>l’immagine avviene in<br />

questo caso sfruttando il movimento relativo fra satellite e target. La direzione<br />

<strong>del</strong>le colonne <strong>del</strong> rivelatore, che rappresentano la dimensione spaziale <strong>del</strong> filtro,<br />

proiettate verso il target, è in questo caso perpendicolare alla traccia sul target<br />

<strong>del</strong>l’orbita <strong>del</strong> satellite (Figura 9). Viene quindi acquisita una striscia<br />

bidimensionale indefinitamente estesa nella direzione <strong>del</strong> moto <strong>del</strong> satellite. Questo<br />

tipo di uso implica notevoli constraints relativamente: alla velocità di lettura <strong>del</strong><br />

frame che deve essere sincrono con la velocità sul target <strong>del</strong> satellite, alla<br />

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